Maccio Capatonda è tornato. Questa volta nei panni di Gianfelice Spagnagatti, cinefilo incallito e outsider senza speranza che si trova ad attraversare generi cinematografici diversi - s’inizia con il western e si prosegue con horror, fantasy, superhero… - grazie a cui imparerà ad affrontare la realtà. Gianfelice infatti ha quarant’anni, ma vive un’esistenza al riparo da qualsiasi emozione. La sua casa è la sua comfort zone, da cui non vuole saperne di uscire, nemmeno per fare la spesa, figuriamoci per cercarsi un lavoro diverso da quello di critico freelance per qualche webzine. Nella vita è come se fosse una comparsa, ma per Gianfelice è arrivato il momento di cambiare, di diventare il protagonista. E così, proprio quando si trova a dover prendere coraggio verso una svolta sentimentale e lavorativa, viene catapultato in un mondo surreale, in cui sarà un percorso tra generi cinematografici diversi a portarlo a conoscere meglio se stesso.
Sono otto gli episodi di «The Generi» - ciascuno non raggiunge la mezzora -, tutti disponibili su NOW TV dal 7 giugno (anche su Sky On Demand per i clienti Sky). Marcello Macchia a.k.a. Maccio Capatonda li ha scritti con Luigi Di Capua dei The Pills (e poi sceneggiati anche da Luigi Luciano, Giovanni Maggi e Clemente Meucci) e ne è il protagonista, insieme agli immancabili Herbert Ballerina, Ektor Baboden e Rupert Sciamenna, più qualche new entry.
«The Generi» non ci ha stupito tanto per il suo carattere comedy, su cui eravamo certi che i due autori avrebbero fatto un buon lavoro e che non dista dalla linea narrativa che Maccio ha portato avanti fino a oggi, quanto per la sua ottima messa in scena. Tagli, inquadrature, fotografia, effetti, scenografie… sempre azzeccatissimi di genere in genere, sono la prova di come Maccio il cinema non solo lo ami e lo mastichi - la regia è sua - ma anche di come l’aspetto dissacrante dei suoi lavori non vada mai a minare quello visivo, che rimane particolarmente alto.
Maccio Capatonda
In tv è stato Mariottide, Padre Maronno, Mario e Jerry Polemica. Al cinema è approdato con «Italiano medio» nel 2015, per poi tornarci nel 2016 con «Quel bravo ragazzo» (di Enrico Lanco) e nel 2017 con «Omicidio all’italiana». La sua comicità prende spunto da modi di fare e di dire nazional-popolari, che vengono rielaborati e trasformati a causa della mancanza di cultura ed educazione dei suoi personaggi, al limite col cafone. Maccio Capatonda lavora da sempre con la sua materia preferita, quella umana, verso cui non sembra provare poi così tanta stima o affetto. Accade anche in «The Generi», in cui il protagonista però non è più un illetterato, ma un analfabeta-sociale, un uomo che rifugge i problemi derivanti dal confronto con gli altri.
Il metacinema di Maccio
Maccio Capatonda ha raggiunto la fama grazie ai suoi trailer-fake e ai cortometraggi, di cui il nostro preferito rimane «Il montatore gelosone», realizzato per i David di Donatello, in cui una coppia d’innamorati non riesce a coronare il proprio sogno romantico a causa di un montatore video interpretato da Herbert Ballerina, che taglia le scene ogni volta che i due stanno per arrivare al dunque. Cinema nel cinema. Maccio Capatonda ne ha fatto un marchio di fabbrica che porta avanti anche con «The Generi», in cui Gianfelice Spagnagatti, un giornalista freelance che ha trasformato la sua passione per i film e le serie tv in un interesse totalizzante, si trova catapultato in quei mondi immaginari (a lui più affini della vita reale) per riuscire, attraverso una serie di prove, a migliorarsi come individuo. «The Generi» è una grande dichiarazione d’amore del suo creatore per la settima arte, che dimostra soprattutto dietro alla macchina da presa, ricostruendo alla perfezione universi e atmosfere filmiche cari agli spettatori di ogni età, o facendole scoprire a chi ci si avvicina per la prima volta trasportato dall’ironia del suo personaggio.
I generi
Dal titolo ripreso a ogni puntata con la grafica caratterizzante il genere trattato, ai cliché celebri con cui Maccio si diverte a ironizzare - come nel western d’apertura in cui chiama il fidato compagno di scorribande 10 Dita Johnson perché sommando il numero delle dita… - «The Generi» è un viaggio nel mondo del cinema. Il nostro preferito è il secondo episodio, quello horror, in cui Maccio non solo gioca con luoghi comuni come la casa infestata, il personaggio che viene ucciso subito perché decide di andare da solo a fare una gita nel bosco, le botole in cui sembra nessuno possa fare a meno d’entrare, l’ammonimento "non aprire mai" che diventa sinonimo di "aprimi, ti prego", ma anche con la trama dei b-movie, atrraverso la creazione di un mostro tanto spaventoso quanto vendicativo in modo esilarante. Per ogni genere, dal fantasy al noir, Capatonda si è cimentato nella ricostruzione filmica, attraverso una regia citazionista curata nel dettaglio.
Gli insegnamenti
Mentre ogni genere - come anticipato - segna una tappa progressiva nel percorso che Gianfelice Spagnagatti sta compiendo verso la conquista di un se stesso migliore, Maccio costruisce anche un velato sottotesto di tematiche utili allo spettatore. Nel western Gianfelice deve affrontare un crudele sceriffo che vuole radere al suolo un villaggio per farci passare una ferrovia (ambiente vs. progresso), nell’horror deve sconfiggere un mostro che uccide chi frigge (Gianfelice odia il fritto, ma la tematica è quella dell’alimentazione sana), nel fantasy impara l’importanza della risata, nella commedia sexy Anni 70 racconta un modo più contemporaneo - e diverso - di percepire la figura femminile. E questo solo per citarne alcuni.
Le guest stars di «The Generi»
Immancabile anche in «The Generi» è l’ormai solidissimo team-Maccio, composto dai suoi fedeli amici Herbert Ballerina (Luigi Luciano), Ektor Baboden (Luca Confortini) e Rupert Sciamenna (Franco Mari), ma questa volta non è finita qui. Nino Frassica, Fabio Rovazzi, Fabrizio Biggio, Antonia Truppo, Antonello Fassari e lo strepitoso Alvaro Vitali (nei panni di se stesso-Pierino nell’episodio dedicato alla commedia sexy Anni 70) saranno alcuni dei personaggi che Gianfelice incontrerà nel corso del suo "viaggio tra i generi".