Ha esordito sul grande schermo in «Amore 14» per poi continuare con il ruolo di protagonista nel film «Almeno tu nell’universo». È anche uno dei giovani attori che fanno parte del cast della la serie targata Netflix attualmente disponibile in streaming

Ha esordito sul grande schermo nel 2009 in «Amore 14» di Federico Moccia per poi continuare nel 2011 con il ruolo di protagonista nel film «Almeno tu nell’universo» di Andrea Biglione, affiancato da Giulia Elettra Gorietti. Giuseppe Maggio è uno dei giovani attori che fanno parte del cast di «Baby» la serie targata Netflix attualmente disponibile in streaming.
Come hai preparato il tuo personaggio?
Ho studiato attentamente tutti coloro che lavorano nei locali notturni, il loro modo di muoversi e di osservare la realtà. Il mio personaggio fa uso di droghe quindi era necessario mostrare un certo nervosismo. Abbiamo lavorato a lungo con Andrea de Sica e Anna Negri nella caratterizzazione di Fiore. Mi hanno guidato magistralmente, consigliandomi tic da utilizzare e aiutandomi a trovare le motivazioni del personaggio. C’è stato un momento che mi ricorderò per sempre. Ero in bagno, a casa mia. Mi stavo lavando i denti e, a un certo punto, alzando lo sguardo verso lo specchio, ho visto i miei occhi, diversi da come sono sempre. Lì ho capito che finalmente Fiore era entrato dentro di me.
La serie si ispira al caso delle baby squillo della Roma bene. Qualcuno ha storto il naso dicendo che si è un po’ esagerato. Tu cosa ne pensi?
«Baby» è una serie che trae spunto da un grave fatto di cronaca, ma non si limita al racconto di questo. Vengono messe in luce le difficoltà dei giovani di oggi, ma sopratutto le conseguenze in cui possono incappare. Il pubblico può e deve esprimere le sue perplessità, quando sensate. Queste saranno uno spunto per migliorare.
Sarai nel cast de «La compagnia del cigno», che andrà in onda a gennaio su Raiuno. Cosa puoi anticiparci?
È senz’altro un genere diverso, più rassicurante, ma non per questo di minor valore. Il cast è formato da grandissimi attori, come grandissimo è il regista Ivan Cotroneo. Racconta la storia di un gruppo di adolescenti che hanno fatto della musica una ragione di vita.
Qualcuno ti considera il nuovo Scamarcio…
Ormai è un paragone stantio. Non credo di assomigliare a Scamarcio in «Baby», di certo non fisicamente.
Progetti?
Sto scrivendo un libro, un piccolo romanzo ambientato a Parigi.