Sei “risorti” in cerca di mille perché: attraverso flashback improvvisi ricostruiscono la loro vita passata

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È la prima volta che una serie sui morti viventi mi lascia addosso due sensazioni inconciliabili: tensione e serenità. “Glitch”, la serie australiana diretta da Emma Freeman, parla di persone tornate in vita. Non i soliti “zombi”, mostri che si nutrono di carne umana o aggrediscono i viventi; sono sei persone normalissime che non ricordano nulla del passato, redivivi che si ritrovano nudi nel cimitero della cittadina di Yoorana e, puntata dopo puntata, dovranno risolvere questioni lasciate in sospeso grazie all’aiuto del poliziotto James Hayes e della dottoressa del consultorio locale, Elishia McKellar.
Sei “risorti” in cerca di mille perché: attraverso flashback improvvisi ricostruiscono la loro vita passata (c’è chi scopre di venire da un’epoca molto lontana e ritorna persino la moglie defunta dello stesso agente Hayes…). Insomma è una serie (in tre stagioni, 18 episodi della durata di 55 minuti ognuno) in cui si intrecciano segreti e indagini. Solo alla fine si scopre che il ritorno in vita dei sei non è proprio frutto di un miracolo…