«Homecoming»: la serie thriller con Julia Roberts è un binge watching perfetto

La nuova serie del creatore di «Mr. Robot» Sam Ismael è in streaming su Prime Video dal 2 novembre

30 Ottobre 2018 alle 11:10

Cosa può convincere una grande diva come Julia Roberts a partecipare a una produzione da piccolo schermo? «Homecoming» è la nuova serie di Sam Esmail, già creatore di «Mr. Robot», basata sull’omonimo podcast di Eli Horowitz e Micah Bloomberg.

In dieci puntate da circa mezz'ora ciascuna, la serie sviluppa un classico thriller di cospirazione post-bellica con chiari riferimenti al cinema di genere Anni 70. Disponibile in streaming su Amazon Prime Video dal 2 novembre, è da vedere tutta d’un fiato, non solo perché ogni puntata va a svelare un tassello del cupo mistero che la sua storia nasconde, ma anche perché è una serie breve sviluppata con un ottimo lavoro di regia e un cast d’eccezione.

La trama

Heidi Bergman (Julia Roberts) è una consulente di Homecoming, un centro di supporto per la riabilitazione dei soldati di ritorno da missioni di guerra. La struttura è stata creata per assistere i militari nella ripresa della loro vita civile, sostenendoli sia psicologicamente sia con un aiuto pratico attraverso corsi di comportamento. Lei si occupa di tenere colloqui giornalieri con i suoi pazienti, per vedere a che punto sono del loro percorso. Capo di Heidi e della Homecoming è il bieco e ambizioso Colin Belfast (Bobby Cannavale). Tutto sembra procedere sistematicamente bene, fino a quando uno dei ragazzi in cura, Walter Cruz (Stephan James), è pronto a staccarsi per ricominciare una nuova vita, a quanto dice la protagonista. È a questo punto che la donna viene a conoscenza di una scottante verità. La ritroviamo quattro anni dopo: lavora come cameriera alla tavola calda Fat Morgan e vive con sua madre. Quando un ispettore del Dipartimento della Difesa (Shea Whigham) la rintraccia per capire cosa l’abbia spinta ad abbandonare Homecoming, è così confusa in merito agli accadimenti passati, che decide di ricostruirli.

Due linee temporali

Sono due le linee temporali della serie tv: il passato di Heidi presso Homecoming, con il suo lavoro come assistente sociale e la sua amicizia con il giovane ex-soldato Walter Cruz, e il presente come cameriera e indagata dal Dipartimento della difesa. Sam Esmail, che della serie è anche il regista di tutte le puntate, marca la divisione temporale attraverso la messa in scena: se il passato di Heidi è girato normalmente, il suo presente è riprodotto in formato verticale. La texture filmica sgranata e la fotografia volutamente cupa, ci portano con la mente a thriller cult come «I tre giorni del condor» o «Tutti gli uomini del Presidente», che in fatto di cospirazione hanno fatto scuola. «Homecoming» segue dichiaratamente quella scia: la domanda da cui è impossibile scappare è “che cosa è accaduto?” e puntata dopo puntata la serie prova a darci una risposta.

Heidi

Il personaggio di Heidi rientra perfettamente nella gallery di donne all’apparenza di successo e determinate, ma in verità fragili e combattute, interpretate da Julia Roberts nel corso della sua lunga e brillante carriera. Heidi è una professionista scrupolosa che, una volta ferita per motivi sentimentali ed etici, decide di reagire. La sua vera natura, la sua posizione rispetto agli eventi, viene però svelata insieme all’evoluzione dell’indagine. Oltre alla presenza di Julia Roberts, il cast di «Homecoming» gode di un ottimo trittico di co-protagonisti maschili: Bobby Cannavale («Mr. Robot»,«Boardwalk Empire») nei panni dell’inarrestabile arrivista Colin Belfast, Stephan James («Across The Line», «Selma - La strada per la libertà») in quelli del giovane e affettuoso Walter Cruz e infine Shea Whigham («Boardwalk Empire», «Fargo - la serie») in quelli dell’impacciato agente Carrasco.

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