“I libri di Sonia”, per parlare di libri con i rispettivi autori

Venti puntate disponibili su TimVision, interviste e incontri in un'atmosfera calda e familiare

Sonia Bruganelli
29 Marzo 2021 alle 15:02

Si puo' vedere su

Due poltrone avvolgenti. Un'atmosfera calda e familiare. Una padrona di casa che incontra e intervista un ospite in ognuna delle 20 puntate di “I libri di Sonia”, disponibili su TimVision. È il nuovo format inventato e condotto da Sonia Bruganelli, per parlare di libri con i rispettivi autori.

Sonia come è nata l'idea di questo programma?
«Sono sempre stata amante dei libri fin da piccolina. Un giorno, guardando tutti quei libri sul mio comodino, mi sono detta che mi sarebbe piaciuto saperne un po' di più e conoscerne gli autori. Così è nata l'idea del format, abbiamo pensato a uno studio con un'atmosfera confidenziale».

Le due poltrone…
«Che sono davvero comode e avvolgenti. Orietta Berti ci si è persa dentro (ride)».

Si chiama “I libri di Sonia”.
«Perché sono i libri che a me sono piaciuti. Non voglio assurgere a un ruolo di critica che non mi compete, invito semplicemente gli autori dei libri che ho più amato».

Chi ha incontrato?
«Un mix tra ospiti puramente scrittori e personaggi televisivi, o sportivi, che hanno scritto dei libri. Un personaggio che mi ha stupito è Enrico Ruggeri che ha scritto un romanzo bellissimo. Raoul Bova si è raccontato, da nuotatore, attraverso l'acqua, elemento fondamentale nella sua vita. L'intervista con Paola Perego è stata molto divertente: è una mia amica, abbiamo riso dall'inizio alla fine parlando di un libro che racconta di crisi di panico, che entrambe abbiamo conosciuto. Ne abbiamo parlato ridendo anche forse per esorcizzarle. Con Maccio Capatonda è stato un incontro surreale e divertente: si sentivano le risate delle persone dietro le quinte. E poi Sandro Veronesi: il suo “Il Colibrì” è per me un capolavoro. E poi il regista Paolo Genovese, con cui abbiamo ricordato anche il successo del film “Perfetti sconosciuti…”».

Si parte dal libro per allargare il discorso.
«Sì. All'inizio chiedo all'autore di leggere un brano del libro che mi è piaciuto particolarmente. A volte lo legge lui, a volte lo faccio io e da lì si parte».

Ha parlato prima del suo comodino: quanti libri ci sono sopra ora?
«Al momento sono 7. E c'è pure un sudoku infilato in mezzo (ride)».

Lei li legge tutti dall'inizio alla fine oppure rivendica il diritto, da lettrice, di interrompere un libro che non le piace?
«Solo di recente ho imparato, anche per necessità, ad abbandonare un libro se non mi piace. Prima non l'avevo mai fatto. I libri sono belli tutti, sempre. Quando entri dentro a un libro entri dentro la vita di qualcuno. E quel qualcuno ha impiegato del tempo per raccontare quelle cose».

C'è un genere che preferisce?
«Dipende dai momenti, se sono in vacanza preferisco i romanzi, ma a differenza di qualche anno fa in cui partivo con molti romanzi e qualche saggio, adesso un buon 50% è letteratura italiana più o meno classica, più o meno strutturata».

Ricorda il primo libro letto da bambina?
«Sì, “Oggi fa tutto Pippo”: nella storia si scambiava i ruoli con la moglie Clarabella. Pippo era già molto avanti (ride). Avevo tre anni».

Era molto piccola…
«Ho iniziato a leggere prestissimo perché non mi fidavo di mia mamma che la sera era stanca e quando mi leggeva il libro saltava le pagine…(ride). Poi crescendo il primo libro che ho letto in modo più compiuto è stato “I Ragazzi della via Pal”. Da lì ho cominciato a divorare romanzi uno dietro l'altro. Poi quando ho conosciuto Paolo (Bonolis, il marito ndr), altro amante dei libri, mi ha suggerito di leggere tutta la bibliografia di Stephen King, che pure è lontanissima dal mio gusto, e poi “Il profumo” di Patrick Suskind e “Cent'anni di solitudine” di Gabriel Garcìa Màrquez. Sennò non mi sarei neanche potuta avvicinare a lui…. Solo quando mi sono sentita sicura del nostro amore, ho deviato di nuovo sui romanzi (ride)».

Lei è una lettrice che sottolinea le frasi?
«No, i miei libri devono rimanere intonsi. Solo per quelli del programma faccio un'eccezione: sottolineo le parti che mi sono piaciute di più per farle leggere all'autore».

I suoi libri li presta?
«No. Preferisco regalarli piuttosto. Ultimamente ho regalato alle mie amiche il libro di Teresa Ciabatti “Sembrava bellezza”. Una delle cose che amo di più è passare le ore in libreria a scegliere i libri da comprare».

Ha il suo posto preferito per la lettura?
«Sì. Leggo a letto. Chiudo la porta, accendo la lucina, mi avvolgo nel plaid e mi immergo nella lettura. Niente musica, né bicchiere di vino: devo stare in silenzio e non mi piace distrarmi. Un altro posto che amo per leggere è la vasca da bagno».

Ha mai pensato di scrivere un libro?
«No perché amo troppo leggere e rispetto chi scrive. Ognuno deve fare il suo. Ho vissuto con Paolo il periodo in cui ha scritto il suo libro (“Perché parlavo da solo” ndr), ci ha messo quattro anni perché ha affrontato con umiltà quell'impegno e perché aveva qualcosa da dire».

Quanto impiega a capire se un libro le piace?
«Dai primi due paragrafi…».

La serie

Venti puntate nelle quali si avrà un faccia a faccia con uno scrittore per parlare del titolo in libreria e per approfondire la personalità e la storia dell’autore.

Dopo i primi quattro appuntamenti con il Premio Strega Sandro Veronesi, vincitore con ‘Il Colibrì’, con Paolo Bonolis e il libro ‘Perché parlavo da solo’, Raul Bova con ‘Le regole dell’acqua’ e Francesco Sole con ‘Così è l’amore’, arriverranno anche Teresa Ciabatti, Paolo Genovese, Luca Bianchini, Tiziana Ferrario, Chiara Francini, Federico Moccia, Simone Tempia e personaggi pubblici prestati alla scrittura come Orietta Berti, Sebino Nela, Enrico Ruggeri, Maccio Capatonda, Georgette Polizzi, Paola Perego, Sabrina Paravicini, Martina Nasoni e Rita dalla Chiesa.

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