Il fantastico mondo delle sitcom

Sorrisi vi svela storia, segreti e curiosità di questi telefilm che mettono al centro battute, gag e… il divano

Il cast di "Happy days"
27 Febbraio 2020 alle 09:25

Conoscete a memoria le battute di “The big bang theory” e le vicende sentimentali dei protagonisti di “Friends”? Per voi Costanzo si chiama ancora Orazio e prima di dormire scalciate nel letto declamando: “Che noia, che barba”? Benvenuti nel fan club delle sitcom, un genere televisivo nato negli Stati Uniti negli Anni 50 ed esportato con successo anche in Italia. Luca Barra, autore di “La sitcom - Genere, evoluzione, prospettive” (Carocci editore, 15 euro) ci svela storia e curiosità di queste vere iniezioni di buonumore.

Tutti pazzi per Lucy
Come genere nasce in radio in America negli Anni 40, ma la prima sitcom ad avere successo in tv è nel 1951 “I love Lucy” (in Italia “Lucy ed io” e arriva nel 1960): due comici molto famosi, sposati anche nella realtà (Lucille Ball e Desi Arnaz), mettono in scena una versione fittizia della loro vita. La serie stabilisce il modello produttivo delle sitcom, ovvero la presenza di tre o quattro telecamere che riprendono un palco dove si esibiscono gli attori, mentre in studio c’è il pubblico che applaude. In genere, dopo una prova, si registrano un paio di performance e si usa la migliore, oppure si mescolano le parti riuscite meglio. Ancora oggi si realizzano così, come in un teatro, molte sitcom: è il caso della popolarissima “The big bang theory”, conclusa lo scorso anno.

Il boom di “Happy days”
Le sitcom sono state esportate in tutto il mondo e molti Paesi hanno cercato di copiare il modello americano (qui sotto gli esempi italiani). Da noi approdano soprattutto alla fine degli Anni 70, di pari passo con la nascita delle tv commerciali che hanno bisogno di contenuti. La prima ad avere un successo strepitoso, replicata a grande richiesta, è “Happy days” nel 1977. In seguito è la volta de “I Jefferson” (1984) e, sull’onda del loro successo, de “I Robinson” (1986): le due serie raccontano l’ascesa sociale di altrettante famiglie di colore.

Negli Anni 90 arriva “La tata”. In origine la protagonista Fran è un’ebrea di New York, ma nella traduzione italiana diventa Francesca e si decide di farla arrivare dalla Ciociaria. La fanno parlare con una cadenza dialettale e cambiano addirittura i legami di parentela per renderla più comprensibile al pubblico italiano. Diventa popolarissima, ma mai quanto “Friends”, che resta la sitcom più esportata e famosa a livello globale, e dal successo più longevo.¬

John Travolta è nato qui
Tanti attori sono diventati famosi grazie alle sitcom. Tra questi, Robin Williams, che comincia la carriera in “Mork & Mindy”, nato come spin-off di “Happy days”. John Travolta ha il suo primo ruolo di peso in “I ragazzi del sabato sera” (la serie è precedente al film “La febbre del sabato sera”, ma per evocarlo il titolo viene tradotto così in italiano). E ancora, Leonardo DiCaprio in “Genitori in blue jeans” e Will Smith in “Willy, il principe di Bel-Air”. Più di recente John Krasinski, protagonista ora di “Jack Ryan”, ha esordito come impiegato in “The office”.

Un bel palco per i già famosi
Un altro classico del genere sono le apparizioni di personaggi famosi. A cominciare da “I love Lucy”, dove appaiono star come Orson Welles e John Wayne. Più di recente, in “Murphy Brown”, Hillary Clinton fa un colloquio per diventare una stagista, mentre Michelle Obama ha interpretato se stessa in “Parks and recreation”, ambientata in un paesino dell’Indiana. Clamoroso il cameo di Brad Pitt in “Friends”: all’epoca l’attore era ancora sposato con Jennifer Aniston, ma nella finzione non si sopportavano. Mentre “The big bang theory” ha avuto come guest star Stephen Hawking: lo scienziato, ora scomparso, è apparso più volte nei panni di se stesso.

Un genere ben definito che si riconosce così

1. La sitcom ha un’ambientazione domestica, con divano al centro.
2. Ci sono le risate di sottofondo.
3. La sitcom fa ridere e sorridere lo spettatore con battute e gag.
4. Tutti gli episodi iniziano con una complicazione che si risolve per tornare all’equilibrio di partenza, hanno un lieto fine e durano circa mezz’ora.
5. Gli episodi delle sitcom si possono rivedere volentieri più volte.
6. Le sitcom durano a lungo, creano empatia, cresciamo con loro, sono presenze fisse nella nostra vita.

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