«Il Miracolo»: perché vedere la serie Sky scritta e diretta da Niccolò Ammaniti
La serie tv in 8 episodi in onda su Sky Atlantic dall’8 maggio è interpretata da Guido Caprino, Alba Rohrwacher, Lorenza Indovina, Sergio Albelli e Tommaso Ragno
La cattura di un boss mafioso che assomiglia all’incipit di un film splatter. La scoperta della statua di una Madonna che, senza nessuna spiegazione scientifica, produce nove litri di sangue umano all’ora.
Inizia così «Il Miracolo», la serie originale Sky creata e diretta dallo scrittore Niccolò Ammaniti («Io non ho paura», «Branchie», «Come Dio comanda»), in onda su Sky Atlantic HD da martedì 8 maggio alle ore 21.15 con i primi due episodi (in simulcast anche su Sky Cinema Uno e disponibile su Sky On Demand).
La serie completa consta di 8 episodi e vede tra i protagonisti Guido Caprino («Fai bei sogni», «1992», «1993») nel ruolo di un Presidente del Consiglio in piena crisi politica; Elena Lietti («La pazza gioia») in quello della first lady; Sergio Albelli («Il giovane favoloso») nei panni di un generale dei Carabinieri che conduce l’arresto di un boss mafioso a cui segue il ritrovamento della statua della Madonna che piange sangue; Alba Rohrwacher («La solitudine dei numeri primi», «Perfetti sconosciuti») in quelli di una biologa che si occupa delle analisi del sangue della Vergine, uno sguardo più scientifico alla vicenda.
Abbiamo visto in anteprima le prime due puntate di «Il Miracolo», una serie senza dubbio molto interessante per la narrativa cupa - anche nell’immagine - proposta da Ammaniti.
Di cosa parla «Il Miracolo»
Roma. Il Presidente del consiglio Fabrizio Pietromarchi (Guido Caprino) viene convocato inaspettatamente e con urgenza dal generale dei Carabinieri Votta (Sergio Albelli) in un'ex-piscina sequestrata alla mafia a causa di uno strano ritrovamento: la statua di una Madonna che piange nove litri di sangue l’ora.
Pietromarchi non è religioso e prova a trovare, grazie anche all’aiuto del team di scienziati accorsi in loco tra cui la biologa Sandra (Alba Rohrwacher), una spiegazione razionale all’evento. Che però sembra non esistere.
Mentre Pietromarchi deve decidere se coinvolgere o meno il Vaticano in quello che potrebbe trasformarsi in un pericolo per la sicurezza nazionale - proprio nel momento in cui lo stato fra l’altro imperversa in una condizione di profonda crisi politica - intorno alla statua iniziano a ruotare una serie di personaggi le cui vite vengono toccate da quella nuova conoscenza.
Niccolò Ammaniti
«Ho un solo obbligo quando scrivo una storia, sollecitare i miei lettori a completare con la loro immaginazione quello che tratteggio» dice Niccolò Ammaniti parlando de «Il Miracolo», che non l’ha visto impegnato solo alla sceneggiatura, ma anche alla regia con l’aiuto di Francesco Munzi e Lucio Pellegrini.
C’è tutto Niccolò Ammaniti in questa serie. C’è la sua narrativa cupa, che si traduce nella creazione di un gruppo di personaggi in cerca della luce (redenzione) e di una messa in scena plumbea di cui si avverte il peso durante tutta la visione. Ci sono le sue riflessioni sull’animo umano, questa volta ritratto in uno stadio purgatoriale e interrogato nello storico bivio Stato - la crisi politica in corso, la sfiducia - e Chiesa - il ritrovamento della Madonna che piange, possibile causa di futuri fanatismi per generazioni senza stimoli politici o ideali.
Un rapporto che ci spinge a mettere a confronto anche passato e presente: quello che eravamo e quello che siamo diventati, quello in cui credevamo e quello in cui non crediamo più. In cosa crediamo oggi? Sembra domandarsi/ci l’autore.
«Il Miracolo» non è solo una serie che parla del ritrovamento di una Madonna che lacrima, con tutto il valore simbolico che quest’immagine porta con sé, ma è un profondo spunto di riflessione sulla condizione umana - soprattutto italiana - presente.
I personaggi
Niccolò Ammaniti poggia la narrazione di «Il Miracolo» sulla costruzione dei suoi personaggi principali: un gruppo di persone molto diverse tra loro sia per indole sia per esperienze di vita, la cui esistenza viene sconvolta dalla consapevolezza che il pianto della Madonna non ha nessuna spiegazione razionale.
Ognuno di essi ha due facce: una in luce e una in ombra. Non ci sono solo buoni o solo cattivi in «Il Miracolo», ma tutti i personaggi viaggiano su due binari paralleli. Sono queste due anime che insinuano in loro il dubbio: si può parlare di miracolo o ci deve per forza essere una giustificazione scientifica? Tutto ciò, che ripercussioni avrà sulla nazione? E sulle vite dei singoli?
La Madonna che piange ininterrottamente, d’altronde, è un evento così fuori dall’ordinario che potrebbe avere sulle persone un impatto pari a quello dell’atterraggio di un UFO nel bel mezzo di una paese già allo sbando.
Con «Il Miracolo» Ammaniti offre un potente stimolo d’indagine narrativa sulle reazioni e la psicologia umana al cospetto dell’incertezza e del mistero.
A chi piacerà «Il Miracolo»
A chi adora porsi domande esistenzialiste.
A chi non teme di essere disturbato emotivamente: per gli interrogativi che la serie ci pone e per alcuni personaggi davvero tosti da digerire (il prete e la tata di casa Pietromarchi in primis), ma anche per qualche scena volutamente forte.
Ai fan di Ammaniti.
A chi ama le serie italiane sul rapporto Stato-Chiesa.