Una serie cruda, soprattutto se si pensa che i fatti narrati sono realmente accaduti, ma che vi incollerà al video
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Una serie gialla ispirata a una storia vera che si è consumata a Barcellona nel 2017 (e raccontata su Netflix nel documentario “El crimen de la Guardia Urbana”). Un triangolo che sfocia in tragedia. Un intrigo raccontato da diversi punti di vista. Una tensione che non lascia scampo. Tutto questo è “In fiamme”, la serie in otto episodi con Úrsula Corberó (la Tokyo di “La casa di carta”).
Tutto comincia con un macabro ritrovamento: il corpo carbonizzato di un poliziotto, identificato solo grazie a un colpo di “fortuna”. La notizia viene comunicata alla sua compagna, Rosa Peral (la Corberó), anche lei agente di polizia, e ai colleghi di lavoro. Rosa e il suo amante cercano di far ricadere la colpa sull’ex marito, ma le indagini proseguono e passo dopo passo si dipinge un quadro di violenze domestiche, tradimenti, inganni, depistaggi. E si toccano anche tematiche come il sessismo e il machismo. Una serie cruda, soprattutto se si pensa che i fatti narrati sono realmente accaduti, ma che vi incollerà al video.