“Incastrati”: Ficarra e Picone sono di nuovo in brutti guai

Arriva la seconda stagione della serie di Netflix ideata dai due comici siciliani

"Incastrati"  Credit: © Netflix
1 Marzo 2023 alle 08:00

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Salvo (Ficarra) e Valentino (Picone) sono tornati sulla scena del delitto. Tali e quali ai loro personaggi televisivi, nomi compresi, i due attori siciliani sono, infatti, di nuovo protagonisti (oltre che registi e sceneggiatori) della seconda stagione di “Incastrati”, dal 2 marzo su Netflix. Altri sei episodi in cui indossano i panni di due ingenui tecnici dei televisori, amici, cognati, legatissimi ma diversi per carattere e atteggiamento, che un giorno, per una serie di sfortunate coincidenze, restano fatalmente “incastrati” dentro una storia di crimini e delitti.

«C’era molta attesa» racconta Picone. «La prima stagione sembrava davvero finita, finché negli ultimi tre minuti si scopriva... che non era così». A seguire, dunque, ecco la seconda stagione. «Non potete capire quante offerte ho ricevuto per sapere come andava a finire» dice Ficarra. E spiega ancora Picone: «Questa è una serie pensata sin dall’inizio in 12 episodi: non ci piace improvvisare quando si tratta di sceneggiature, per questo da subito avevamo chiara in mente tutta la storia».

La vicenda prosegue con i due soci Salvo e Valentino che, non riuscendo a vivere tranquilli per più di cinque minuti, incappano in qualcosa di terribile che precipita letteralmente sulla loro strada e li farà di nuovo piombare nella paura. Se nella prima stagione era Salvo che trascinava Valentino in una serie di pericolose avventure, ora la situazione si ribalta. «Mi ribello al fatto che sia sempre colpa mia!» dice Ficarra. «Certo, nella prima stagione l’ho combinata grossa, ma ora pure Valentino ci mette del suo: è lui che guida il nostro furgone e si ferma invece di scappare». Così, un incidente imprevisto in una giornata qualsiasi fa da ripartenza a un susseguirsi di rovinosi (e spassosi) avvenimenti.

Nell’elenco, per forza di cose incompleto, ci sono: mafiosi fissati con la raccolta differenziata, boss convertiti alla religione, mamme ossessive, ex mogli pentite, fidanzate con figli a carico. In mezzo a tutto questo si colloca un esilarante monologo di Ficarra sulle “trappole della convivenza” («In questa seconda stagione si va a puntare il dito sui sentimenti»), le battute sui rinomati ritardi dei siciliani («Come abbiamo sempre fatto ci piace prenderci in giro, siamo i primi a ridere di noi stessi»), la concorrenza fra giornalisti assetati di notizie e di morti («Sono tempi duri anche per loro»), l’ironia sulle serie televisive dedicate al crimine (dopo “The touch of the killer” ora viene trasmesso in tv “The look of the killer”), l’ingresso di qualche mafioso nuovo («Va un po’ a sopperire alla mancanza di quelli arrestati») e il ritorno di personaggi già noti.

«Fare per la prima volta una serie tv divisa in due stagioni ci ha dato una sensazione strana, ma bella» dice Picone. «Hai la possibilità di approfondire sia la trama sia i personaggi, la serialità ti dà questa possibilità: in sei ore è come aver girato non un film, ma quattro».

Ci sarà un seguito? «Crediamo di no, “Incastrati” finisce qua, anche se poi con una serie è un attimo: prendi un filo della storia e fai quello che vuoi» dice Picone. E Ficarra conclude: «Tutto può succedere in nome della voglia di esplorare territori inesplorati, però con una storia nuova».

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