«Killing Eve» è arrivata in Italia: il thriller dell’anno è su TimVision
Una spietata assassina (Jodie Comer) e una poliziotta che le dà la caccia (Sandra Oh di «Grey's Anatomy») in questa serie tv imperdibile dalla penna di Phoebe Waller-Bridge
La domanda è semplice: come è possibile imporsi in un panorama televisivo sempre più affollato e di qualità? La risposta è molto meno semplice, ma spesso implica di allontanarsi dai sentieri più battuti, cercando di inventarsi personaggi diversi dai canoni e storie che non rientrano nei generi classici.
È una strada difficile da percorrere e poche volte una serie riesce nel proprio intento: quando accade, però, si è di fronte a un titolo davvero imperdibile. È il caso di «Killing Eve», serie tv trasmessa da BBC America la scorsa primavera e disponibile in Italia su TimVision. Uno degli esordi migliori del 2018.
La serie tv
Uno spietato assassino, un poliziotto che lo insegue. Quante volte abbiamo visto film e serie tv che avevano questa trama di fondo? Non serve rispondere, perché il numero sarebbe altissimo. Proviamo a girare al femminile i due protagonisti: una spietata assassina, una poliziotta che la insegue. Tutto suona già diverso e se poi alla voce autrice troviamo uno dei nomi più freschi della serialità mondiale come Phoebe Waller-Bridge («Fleabag»), possiamo stare tranquilli: siamo di fronte a una delle serie più interessanti dell’anno.
La storia
Basata sui romanzi di Luke Jennings, «Killing Eve» racconta la storia di due donne: una killer che uccide a contratto girando il mondo, un’agente dei servizi britannici ossessionata da un filotto di omicidi insoluti. Quando si incrociano, inizia la caccia: l’agente unisce i puntini e capisce che dietro quelle uccisioni c’è una sola mano, mentre la killer sembra divertirsi un mondo con un’investigatrice sulle proprie tracce.
Villanelle
Villanelle è l’assassina dai tratti angelici. Bionda e con un viso quasi infantile, è interpretata da Jodie Comer, attrice inglese classe 1993, già protagonista del dramma in costume «The White Princess». Buona parte dell’originalità di «Killing Eve» dipende da questo personaggio, del tutto distaccato dal mondo e privo di emozioni. La totale mancanza di sentimenti le permette di svolgere al meglio il proprio “lavoro”, senza mai considerare implicazioni morali di alcun tipo e vivendo ogni incarico come una sfida. Come se fosse tutto un grande gioco.
Eve Polastri
Per essere davvero appassionante, un gioco deve avere un antagonista: in questo caso, risponde al nome di Eve Polastri, ovvero la Eve minacciata di morte già a partire dal titolo. Quella di Eve è una parte fondamentale e non è un caso che sia stata assegnata a un’attrice esperta come Sandra Oh, che tutti conosciamo dai tempi in cui, nei panni di Cristina Yang, salvava vite e amoreggiava nei corridoi del Seattle Grace Hospital in «Grey’s Anatomy». È una donna caparbia e indipendente, che si muove con forza in un mondo tipicamente maschile come quello dei servizi segreti: per affermarsi dovrà scontrarsi con complotti e opposizioni interne e, quando finalmente riuscirà a convincere i propri colleghi, diventerà il bersaglio preferito di una killer psicopatica. È dura essere Eve.
L'atmosfera
La forza di «Killing Eve» è tutta nell’atmosfera che viene creata puntata dopo puntata. Sulla carta è un thriller fatto e finito, ma il tono con cui viene raccontato è lontano dai classici del genere. Qui ci sono scene grottesche e altre drammatiche, ma spesso il confine tra questi due sentimenti è minimo. Capita così di sorridere pochi istanti dopo aver assistito a un omicidio a sangue freddo e a sorprendersi perché si parteggia allo stesso modo per l’assassina e per la poliziotta. Una serie di genere che ribalta il genere stesso: un fatto rarissimo, che ribadisce la bravura assoluta della sua creatrice Phoebe Waller-Bridge.
Se papà è una vera e propria leggenda della musica, Eve sta costruendo una carriera artistica tutta sua: da qualche anno, infatti, ha iniziato a fare l’attrice