“L’ispettore Barnaby” compie 25 anni. Intervista a Neil Dudgeon

Giallo festeggia proponendo domenica 18 dicembre "La somma delle loro paure", prima puntata della nuova stagione

18 Dicembre 2022 alle 08:11

In Gran Bretagna il titolo (tradotto) della serie è "I delitti della contea di Midsomer". In Italia, invece, abbiamo puntato su chi quei delitti risolve: "L’ispettore Barnaby". Le cose non cambiano, però. Da 25 anni quello spicchio (fantastico) di campagna inglese è turbato da omicidi cruenti e bizzarri. Ma nella polizia locale c’è sempre un Barnaby che sbroglia il mistero. Le prime 13 stagioni è stato Tom Barnaby (interpretato da John Nettles); dalla 14ª è suo cugino John, ovvero Neil Dudgeon, che nel 2023 vedremo impegnato (sempre affiancato dal sergente Winter, Nick Hendrix) nella stagione numero 23, in onda su Giallo.

Ma dato che i 25 anni di trasmissione cadono quest’anno (in Inghilterra; da noi la serie è giunta nel 2003), Giallo festeggia proponendo già domenica 18 dicembre "La somma delle loro paure", prima puntata della nuova stagione. Noi abbiamo deciso di investigare sull’investigatore sottoponendo a interrogatorio proprio l’ispettore John Barnaby…

Signor Dudgeon, dobbiamo chiederglielo: che posto è questa contea di Midsomer? Ne succedono di tutti i colori!
«È un posto bellissimo, abitato da alcune persone eccentriche, magari, e dal carattere decisamente impetuoso, che talvolta si lasciano prendere la mano dai loro sentimenti. Però non è che vengano uccise poi così tante persone».

La campagna inglese, dunque, non è tutta così…
«"L’ispettore Barnaby" dà un’immagine molto accurata della campagna inglese, coi villaggi, le chiesette, i pub, le grandi ville e così via. Ma c’è anche un po’ di gente infelice che ha dei segreti da tenere».

Ha mai sognato di fare davvero il poliziotto? Le piacciono i libri gialli?
«Ho pensato di fare il poliziotto solo come ruolo in tv o al cinema. I gialli, invece, li leggo con piacere, in particolare quelli di Michael Connelly, Don Winslow e Robert B. Parker».

Cosa le disse John Nettles quando lo sostituì come protagonista? E cosa disse Tom Barnaby a suo cugino John?
«Credo che John mi abbia detto solo “Buona fortuna”. Penso, invece, che Tom abbia augurato a John di avere a che fare con meno delitti. Peccato che il tasso di omicidi sia rimasto altissimo!».

Qual è l’indagine che le rimane nel cuore?
«Direi "Il caso di Cooper Hill": raccontava di un villaggio dove si riunivano degli ufologi per vedere, appunto, degli Ufo. La trama era pazzesca: Barnaby doveva indagare su un Ufo che si era schiantato in una foresta».

Quando iniziate a girare, sapete già chi è il colpevole?
«Sì, ma ammetto che io non riesco mai a capirlo prima di finir di leggere il copione».

In giro per il mondo, le capita di essere riconosciuto come Barnaby?
«L’Ispettore è conosciuto ovunque! Qualche anno fa, al Museo di San Marco a Firenze ho conosciuto due amabilissime signore italiane: una era una poliziotta che stava laureandosi con una tesi sulla letteratura gialla che trattava di Barnaby e Montalbano!».

Uno pensa a casa Barnaby e subito vengono in mente i suoi cani: ieri Sykes e oggi Paddy…
«Che attore, Sykes! Mai vista un’audizione perfetta come la sua, e parlo anche di attori “umani”! Quando è andato in pensione fortunatamente abbiamo trovato Paddy, un altro “talentissimo”».

Una curiosità piccolissima: il piatto preferito di Barnaby?
«Direi lo steak and kidney pudding, il nostro tipico “budino” di manzo e rognone».

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