L'attore è tra i protagonisti della serie di Ferzan Ozpetek tratta dal suo film omonimo
Si puo' vedere su
Questa è una settimana speciale per Luca Argentero: il 12 aprile compie 44 anni e il giorno dopo debutta su Disney+ l’attesissima serie “Le Fate Ignoranti”, tratta dal capolavoro di Ferzan Ozpetek del 2001, nella quale l’attore è Massimo, uomo dalla doppia vita, sposato con Antonia (Cristiana Capotondi) e amante di Michele (Eduardo Scarpetta).
Luca, per cosa sei più emozionato?
«Sicuramente per “Le Fate”. Il mio compleanno mi lascia piuttosto indifferente».
Allora dedichiamoci alla serie. Intanto raccontaci chi è Massimo.
«Rimane misterioso anche per me. È una persona estremamente legata all’amore al punto da cercarlo un po’ ovunque. Forse un amore solo non gli basta e ha bisogno di averne due. È costretto a seguire i suoi istinti amorosi e le sue passioni, ma è un personaggio che vive in funzione delle persone che ama e con cui si relaziona. Un po’ come ho fatto io: ho provato a mettermi al servizio della storia e ad aiutare i personaggi interpretati da Cristiana ed Eduardo a essere più completi».
Come sei entrato nei suoi panni?
«Il vantaggio di lavorare con Ozpetek è che ti dà tutte le informazioni necessarie, dall’estetica all’atteggiamento. È lui che fa il “lavoro sporco” e immagina nei minimi dettagli i personaggi, incluso il colore dei calzini che indossano!».
Quindi non avrai incontrato grandi difficoltà a interpretarlo?
«No. Un motivo per cui sono innamorato del lavoro di Ozpetek è che con lui è tutto molto semplice e rilassato. Ha una grande passione per i suoi attori e si crea un clima idilliaco. Un’altra cosa bella e unica è che quando c’è lui si crea un’atmosfera diversa da qualsiasi altro set, hai già la sensazione di essere dentro un suo lavoro. Un film di Ferzan lo riconosci subito. Basta un’immagine. Questa cosa si respira anche sul set a prescindere dalla presenza della macchina da presa. Sarà per i colori, i modi, l’atmosfera... non so spiegare di preciso cosa sia, ma rende tutto speciale».
Sei riuscito a non farti influenzare dalla pellicola del 2001?
«Conosco il film molto bene, ma non l’ho riguardato. Tanto c’era Ferzan che aveva il polso della situazione e sapeva come non tradire il senso di quello che era stato fatto prima. Ero molto sereno. Nel film Massimo aveva una dimensione relativa e strumentale, invece nella serie ha più spazio: in ogni puntata darà un piccolo spunto di lettura e di riflessione».
Ti sei trovato bene con Cristiana ed Eduardo, visto che è la prima volta che voi tre lavorate insieme?
«Sono due ottime persone, molto serie e professionali, come piace a me, che sono puntuale e sorridente. Invecchiando è sempre più importante per me circondarmi di persone con cui mi trovo bene».
Invece com’è stato ritrovare Ferzan Ozpetek 15 anni dopo “Saturno contro”?
«Non ci siamo mai persi di vista, ci sentiamo regolarmente perché siamo diventati amici. È stato piacevole e interessante essere diretto di nuovo da lui, ma con meno “strizza”, più consapevolezza ed esperienza. Quando mi ha offerto il ruolo di Massimo lui era entusiasta, e io ero felice di fare parte del suo primo esperimento nella serialità».
A chi consigli “Le Fate”?
«Parla d’amore, un argomento universale. Ed è una serie trasversale».
Tu come la guarderai, in un’unica soluzione o un episodio alla volta?
«Vorrei vederla tutta di fila ma, visti i miei impegni, magari la guarderò in due momenti. Sono molto curioso, la gente pensa che noi attori vediamo prima i nostri lavori, ma non è così».
Anche tu sei un fanatico delle serie in streaming?
«Ammetto che, anche per la vita che faccio, le piattaforme in streaming mi salvano la serata. È più complesso organizzarmi ora che ho una bimba piccola (Nina, 2 anni a maggio, ndr). Con mia moglie Cristina a volte riusciamo a sederci sul divano alle 11 di sera. Al massimo riesco a guardare un episodio e poi crollo, mentre lei è più nottambula di me!».
Adesso che sei di nuovo in tour con lo spettacolo “È questa la vita che sognavo da bambino?” sarà anche peggio. Come sta andando?
«Benissimo! I teatri sono pieni, c’è tanta voglia di tornare alla normalità. Piano piano, le persone iniziano a riguadagnare fiducia anche nel teatro e nel cinema».
Ritrovare il contatto con i tuoi fan, dopo due anni di lockdown, è stato un po’ traumatico o ti sei sentito subito a tuo agio?
«Il mio rapporto con le persone e con il pubblico non è mai stato traumatico».
Ma tu, da piccolo, sognavi una vita come quella che stai vivendo ora, o le cose stanno andando al di là delle aspettative?
«Devo ammettere che la mia vita oggi è molto meglio di quella che sognavo da bambino».