Luke Perry, per tutti noi sarà sempre Dylan McKay

L'attore è scomparso spezzando il cuore di una generazione cresciuta con "Beverly Hills 90210"

Luke Perry (1966-2019) in una delle due copertine che Sorrisi gli dedicò negli Anni 90
15 Marzo 2019 alle 17:50

La sera del 9 maggio 1995 il Teatro Nazionale di Milano è pieno di star, ma fuori dalle porte decine di ragazzine urlano soltanto un nome. È la notte dei Telegatti. Corrado annuncia il premio per il Miglior telefilm straniero: vince “Beverly Hills 90210”. Luke Perry sale sul palco a ritirare la statuetta. Spronata da Corrado, gli si avvicina una ragazza. Si chiama Valentina e gli porta in dono un cuore gonfiabile rosso. Perry la abbraccia a lungo, poi le regala un paio di occhiali da sole. Valentina è sull’orlo dello svenimento. E in quel momento sembra di sentire all’unisono il sospirio di migliaia di adolescenti.

Perché non c’è una cameretta, in quegli anni, che non sia tappezzata delle foto di Luke Perry nei panni di Dylan McKay. Il bel tenebroso dal cuore d’oro che conquista il cuore di Brenda (ma che poi si metterà con Kelly) lascia un segno a forma di cuore (gonfiabile) su un’intera generazione. Quella dei quarantenni di oggi, che il 4 marzo hanno pianto la sua morte prematura. Ma non sono solo loro a commuoversi: la scomparsa di Luke ha colpito anche i teenager di oggi, abituati a vederlo in “Riverdale”.

Luke Perry nasce a Mansfield, una cittadina dell’Ohio (Stati Uniti). Coy Luther Perry III, questo il vero nome, è figlio di una casalinga e di un operaio. Finite le superiori, fugge in California. Vuole diventare un attore, a ogni costo. Le prova tutte, e tiene il conto dei provini falliti: più di 250. Nel 1990 si presenta all’audizione di “Beverly Hills 90210”. Punta al ruolo di Steve, ma la fortuna gli tira uno scherzo: perde la parte (che andrà a Ian Ziering) e ottiene quella di Dylan, un personaggio minore che dovrebbe scomparire dopo un paio di episodi. E che invece, grazie a lui, diventa il fulcro della serie. Il ragazzo conteso, il duro dal cuore morbido e dal passato oscuro.

In poco tempo Luke si ritrova a essere una star globale, non riesce più a mettere il naso fuori di casa senza venire assalito da orde di ragazze. È un “teen idol” in un torneo fatto di copertine e poster dove gioca alla pari con Leonardo DiCaprio e Nick Carter dei Backstreet Boys. La sua insofferenza, però, si percepisce già dalle interviste dell’epoca, dove dice di preferire la famiglia alla fama. Dove si augura che il ruolo di Dylan sia un trampolino per mostrare al mondo di cos’è davvero capace. Dopo sei stagioni fugge dalla serie, ma è costretto a tornare nelle ultime due, per motivi economici e per “chiudere i conti” con Dylan. Nel 2008, quando va in onda una nuova versione della serie, Luke dice di no.

Negli anni successivi non smette mai di lavorare, ma il ruolo di Dylan lo perseguita. La vera rivincita arriva solo nel 2016, quando viene scritturato per interpretare il padre del protagonista in “Riverdale”. La serie è seguitissima tra i più giovani, i genitori indicano lo schermo e dicono: «Pensa, quello è proprio Dylan. È ancora bellissimo”. Ma il 27 febbraio 2019, all’improvviso, viene colpito da un ictus nella sua casa di Los Angeles. Lo portano in ospedale, milioni di fan in tutto il mondo trattengono il respiro per un intero weekend. Accanto a lui c’è tutta la famiglia, inclusi i figli Jack and Sophie. Non c’è nulla da fare: Luke Perry muore il 4 marzo all’età di 52 anni. Il destino beffardo ha voluto che proprio il 27 febbraio venissero annunciati sei nuovi episodi di “Beverly Hills 90210”, che andranno in onda in estate. Luke Perry, ancora una volta, aveva detto di no. E senza di lui non sarà la stessa cosa.

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