La serie-riscatto dei Millennial è disponibile su Netflix, con un pizzico di "The O.C." e "Veronica Mars"
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Se avete tra i 25 e i 40 anni, è probabile che abbiate visto innumerevoli video sui social su “Nobody wants this”, la nuova serie disponibile su Netflix dal 26 settembre. Una commedia necessaria per chi aveva bisogno di scrollarsi di dosso gli inquietanti fratelli Menendez di Ryan Murphy.
La premessa è alquanto semplice, ma non scontata. Joanne (Kristen Bell, in un ruolo simile a Eleanor di “The Good Place”) è una donna senza peli sulla lingua e con un rapporto piuttosto inesistente con la religione. Tutto cambia quando conosce Noah (Adam Brody), un rabbino piuttosto anticonformista.
Il motivo per cui “Nobody wants this” ha avuto una tale cassa di risonanza - 10.3 milioni di visualizzazioni nel suo primo weekend in catalogo - è merito del fattore M: i Millennial.
Un po' come per l'annuncio della reunion degli Oasis - fossimo riusciti a prendere i biglietti del tour - “Nobody wants this” ha sbloccato un ricordo in un pubblico molto preciso.
Per chi era teenager negli anni Duemila, Adam Brody sarà sempre Dave Rygalski di “Una mamma per amica” ma soprattutto Seth Cohen di “The OC”. Si tratta dell'ultimo fenomeno televisivo per giovani prima di MySpace, l'avvento dei social media e della distopia in cui ci troviamo oggi. Già “Gossip Girl” aveva iniziato ad avventurarsi in quel territorio che avrebbe dovuto spaventarci più di quanto fece, a conti fatti.
Seth Cohen rappresentava il paradigma del nerd o almeno questo era il patto con lo spettatore che “The OC” ci obbligava a sottoscrivere. Seth era gracilino, amava “Star Wars” e i fumetti Marvel quando era roba da nerd brufolosi, ascoltava i Death Cab For Cutie. Eppure, il suo bacio alla Spider-man con Summer (Rachel Bilson) è tuttora un ricordo base, per dirla come “Inside Out”, quando si tira in ballo quella generazione.
Kristen Bell, dal canto proprio, ha vestito i panni di Veronica Mars, l'ex ragazza popolare divenuta investigatrice privata che metteva alla berlina i ricchi e potenti di Neptune. Un po' Buffy e un po' Jessica Fletcher, “Veronica Mars” è stata bistrattata dai palinsesti di mezzo mondo ma mai dimenticata dal suo pubblico, nel 2013 arrivò un film-sequel che vide il ritorno di tutto il cast originale (e un revival nel 2019).
Difficile non emozionarsi nel vedere insieme sullo schermo, a vent'anni di distanza dai ruoli che li resero famosi, i due paladini dell'anti-coolness. I primi che hanno saputo raccontare un'individualità alternativa nell'era dell'aesthetic opulenta di Paris Hilton, i vestiti Abercrombie & Fitch e i cellulari Motorola RZR.
C'è anche l'elemento "Hot priest", quello che portò alla rivalsa Andrew Scott e con la seconda stagione di “Fleabag”: non sappiamo resistere agli amori impossibili tra una donna cinica e un uomo con la personalità di un Golden Retriever.
Casting azzeccato a parte, è solo riconducibile alla nostalgia Millennial, il successo di “Nobody wants this”? La prima generazione ad avere più fiducia in quello che aveva che in ciò che ci attende ama crogiolarsi nei ricordi di gioventù - che sono sempre più belli nella memoria che nella realtà - ma c'è di più.
Vedere Adam Brody interpretare, a quasi quarant'anni, un personaggio non troppo lontano da Seth Cohen è come ritrovare un vecchio amico e scoprire quanto siamo cambiati e quanto, allo stesso tempo, siamo rimasti le stesse persone.
Il Noah di “Nobody wants this” è un uomo che è senz'altro andato in terapia e ha imparato a sentirsi più a suo agio nella propria pelle: due obiettivi non da poco, per chi ha superato i trent'anni e inizia a rivedere le proprie priorità.