Tra pochi giorni saluteremo per sempre le detenute del penitenziario di Litchfield. Il 26 luglio infatti arriva su Netflix la settima e ultima stagione di “Orange is the new black”, la serie di Jenji Kohan ispirata alle memorie di Piper Kerman sul suo anno in un carcere femminile.
Non si può dire che non abbia a suo modo cambiato la tv, soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta diversity, la rappresentazione: ha infatti gettato luce sulle ingiustizie del sistema giudiziario e carcerario americano; ha dato voce alle minoranze, con personaggi - sempre sfaccettati e di spessore - di colore e latinos; ha portato sullo schermo personaggi LGBT senza che le loro storyline ruotassero esclusivamente attorno al loro orientamento sessuale, pur tratteggiato con realismo, ma anche donne senza filtri né maschere, diverse per età, corporatura, nazionalità e background.
Accanto a Piper Chapman (Taylor Schilling) e Alex Vause (Laura Prepon), è proprio di quel concerto di personaggi femminili variegati e sfaccettati che ci ricorderemo. Difficile scegliere le nostre detenute preferite del Litchfield, ma eccone sette che proprio non dimenticheremo.
Attenzione: contiene spoiler sulle stagioni precedenti.
Uzo Aduba è Suzanne
Suzanne
Condannata per: rapimento e omicidio colposo di minore
Per il ruolo di Suzanne Warren, Uzo Aduba ha vinto due Emmy. Più che meritati: nel dare vita a una detenuta mentalmente instabile, dal cuore buono ma dagli atteggiamenti imprevedibili che possono sfociare nella violenza e nell’autolesionismo, Aduba è riuscita a bilanciare comicità e dramma per un’interpretazione tra le migliori del cast.
Suzanne “Occhi Pazzi” Warren, con il suo approccio ingenuo e infantile alla vita del carcere, resta uno tra i personaggi più emblematici di “Orange is the new black”: nel suo essere protagonista di alcuni dei momenti più comici (nella terza stagione si improvvisa scrittrice di una serie di romanzi erotici di stampo fantascientifico che diventa presto molto popolare tra le detenute) e insieme più tragici (ha provocato la morte di un bambino) delle stagioni, è il simbolo perfetto di una serie che, nel rappresentare l’esperienza umana in carcere, ha sempre viaggiato a metà tra commedia e dramma.
Condannata per: possesso di droga e violazione di domicilio
Linguacciuta, sarcastica e con la risposta pronta, Nicole “Nicky” Nichols è una delle prime detenute del Litchfield che conosciamo. Cresciuta in una famiglia ricca con genitori assenti, ha iniziato presto a farsi di eroina, e nel corso delle stagioni la seguiamo tra gli alti e bassi dei suoi tentativi di disintossicarsi. Bellissimo il suo spesso conflittuale rapporto con Red, che vede come una madre.
Ricorderemo Nicky anche perché è il personaggio che ha portato alla ribalta la sua interprete Natasha Lyonne, già nota per i film di “American Pie”. A inizio 2019 su Netflix è uscita la prima stagione di “Russian Doll”, di cui oltre a essere l’interprete principale è anche la co-creatrice.
Galina "Red" Reznikov (Kate Mulgrew) è il capo indiscusso del suo braccio del Litchfield, nonché boss del contrabbando in prigione. Nonostante una parabola discendente - nel corso delle sei stagioni c’è stato chi ha cercato di minare la sua autorità, e dalla seconda stagione ha dovuto reinventarsi dopo aver perso il suo regno, la cucina del carcere - è rimasta un punto di riferimento per le altre detenute. Arrivata in America dalla Russia, è una donna severa e intransigente (ma con un lato più morbido che mostra soprattutto con le sue “figliocce”, come Nicky) con una forza d’animo pazzesca. Il suo accento russo ci mancherà tantissimo.
Samira Wiley è Poussey
Poussey
Condannata per: possesso di marijuana
Se non avete pianto quando è morta Poussey, non avete un cuore. Poussey Washington (Samira Wiley) è stata, in un certo senso, l’anima del carcere di Litchfield, sempre ottimista e sorridente nonostante la detenzione (e i relativi problemi). L’amicizia tra lei e Taystee (Danielle Brooks) è uno dei legami più forti (e belli) della serie, con Taystee che poi pretende giustizia per l’amica, uccisa accidentalmente da una delle guardie del carcere alla fine della quarta stagione. Proprio la morte di Poussey, insabbiata dalle guardie per evitare scandali e motore della rivolta al centro della quinta stagione, è l’ennesima occasione per la serie di criticare aspramente il sistema carcerario americano.
Dale Soules è Frieda
Frieda
Condannata per: aggressione aggravata e omicidio plurimo
Frieda (Dale Soules) è la dimostrazione che l’età è davvero solo un numero. Entrata nella serie un po’ in sordina nella seconda stagione - nel corso della quale lei e le altre anziane del carcere fanno amicizia con Red e l’aiutano a risistemare la serra - ben presto la piccola, scorbutica e apparentemente innocua Frieda si è rivelata una donna astuta, risoluta e piena di risorse. Nella quinta stagione poi ha sorpreso tutti - sia noi spettatori che le altre detenute - rivelando un rifugio segreto che lei stessa ha messo su durante i suoi (lunghi) anni al Litchfield.
Con il trasferimento al carcere di massima sicurezza ha rivelato una natura ancora più manipolatrice e, per salvarsi dalla vendetta di due vecchie compagne di carcere tradite molti anni prima, ha venduto Red e tradito la sua amicizia. Ma le vogliamo ancora bene.
Selenis Leyva in "Orange is the new black"
Gloria
Condannata per: frode alimentare
Gloria Mendoza (Selenis Leyva) è un po’ la Red latina: è stata il capo del “quartiere spagnolo” di Litchfield fino alla quarta stagione, e nella seconda è diventata la responsabile della cucina al posto di Red, prima di lasciare l’incarico per avere più tempo per le visite dei familiari. Tutto quello che fa lo fa per la sua famiglia, che sia quella che l’aspetta fuori dal carcere o quella che ha formato dentro con le altre latinas. Dopo il tradimento da parte di María durante la rivolta, nella sesta stagione la ritroviamo nel carcere di massima sicurezza. Nell’ultimo episodio viene spedita in isolamento per impedirle di rivelare cosa ha scoperto sul gioco del “Fantadetenute” delle guardie.
Laverne Cox in "Orange is the new black"
Sophia
Condannata per frode
Sophia Burset (Laverne Cox) ci ha offerto uno spaccato sulla vita di una detenuta transgender di colore all’interno del sistema carcerario americano, facendoci riflettere sugli ostacoli e i pregiudizi con cui le persone transgender devono lottare tutti i giorni. Parrucchiera del carcere, Sophia ha dovuto fare i conti con la transfobia di guardie e detenute, ha vissuto un lungo e disumano isolamento e le è stato impedito di andare avanti con la terapia ormonale; ma con un lieto fine. In conclusione della sesta stagione è stata rilasciata ed è potuta tornare dalla moglie e dal figlio.
Per la sua interpretazione, nel 2014, Laverne Cox è diventata la prima persona transgender a ricevere una nomination agli Emmy in una categoria per la recitazione.
Sbarca il 26 luglio sulla piattaforma in streaming la settima e ultima stagione della serie che racconta la vita delle detenute del carcere di Litchfield
È tornata in streaming su Netflix la serie sulle detenute di Litchfield, per l'occasione abbiamo parlato con Uzo Aduba, Laverne Cox, Taylor Schilling, Natasha Lyonne e Danielle Brooks
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