“Ratched”: la nuova inquietante serie di Ryan Murphy
È ambientata in un ospedale psichiatrico la serie basata sul personaggio dell'infermiera di “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, su Netflix dal 18 settembre
Nella sigla iniziale di “Ratched”, la nuova serie Netflix firmata Ryan Murphy (“Hollywood”, “American Horror Story”) in streaming dal 18 settembre, una donna che non vediamo mai in volto segue un filo rosso in un intricato percorso. Nel mondo che ci viene presentato regnano violenza, distruzione e orrore. È il mondo della malattia mentale, lo stesso in cui alla fine compare lei, l’infermiera Ratched, interpretata da una splendida Sarah Paulson, che come la più spietata delle Moire, Atropo, recide con un paio di cesoie il filo a cui la donna è legata. Un gioco narrativo che immerge da subito lo spettatore nelle atmosfere horror-noir della serie e nelle sue tematiche principali: il doppio, la malattia mentale e la paura.
Gli otto episodi della nuova serie originale Netflix sono ispirati al personaggio dell’infermiera Ratched creato da Ken Kesey nel suo romanzo “Qualcuno volò sul nido del cuculo” da cui Miloš Forman ha tratto il suo famoso film del 1976. Ryan Murphy, insieme a Evan Romansky e con il supporto dell’inseparabile Ian Brennan alla sceneggiatura, ha pensato a un ipotetico prequel di quelle vicende, ambientando la sua storia circa 15 anni prima dei fatti raccontati da Kesey e costruendo una backstory della sua famosa antagonista.
Calcando il successo di suoi progetti televisivi di genere come “American Horror Story”, Murphy costruisce una storia che disturba più che far tremare. La sua protagonista viene presentata come una donna dal forte potere manipolatorio con un piano da portare a termine a ogni costo. Chi è questa donna e qual è il suo obiettivo? Perché lo sta facendo? Di puntata in puntata il puzzle diventa sempre più chiaro, fino all’epilogo finale.
La trama di “Ratched”
1947, California del Nord. Edmund Tolleson (Finn Wittrock), dopo aver massacrato un gruppo di preti, viene portato alla clinica psichiatrica Lucia, diretta dal Dr. Richard Hanover (Jon Jon Briones). Qui si presenta poco dopo Mildred Ratched (Sarah Paulson), una donna affascinante che dice di aver prestato servizio durante la guerra e che desidera essere assunta come infermiera. Tessendo una serie di losche trame, Mildred entra a far parte dello staff ospedaliero, dove inizia a portare avanti un pericoloso piano personale.
Il cast di “Ratched”
Sarah Paulson (“American Horror Story”, “Ocean’s 8”), musa di Ryan Murphy, è l’infermiera Mildred Ratched. Insieme a lei nella serie troviamo Judy Davis nel ruolo della sorprendente capoinfermiera Betsy Bucket, Cynthia Nixon in quelli della tosta Gwendolyn Briggs e Sharon Stone nelle vesti barocche della miliardaria Lenore Osgood. Un cast che è la prova di quanto Murphy adori l’universo cinematografico femminile, riuscendo sempre a trovare ruoli inaspettati, ma perfetti per attrici non per forza sulla cresta dell’onda che hanno ancora moltissimo da offrire. Finn Wittrock (“American Horror Story”) è Edmund Tolleson e Jon Jon Briones (“American Crime Story”) è il Dr. Richard Hanover.
Una serie di Ryan Murphy
La messa in scena patinata delle prolifiche produzioni di Ryan Murphy, con i suoi guardaroba coloratissimi e iconici, il suo design sempre impeccabile e opulento, è ormai un marchio di fabbrica così come le sue storie.
In “Ratched” l’autore dà voce un’altra volta a una generazione di personaggi troppo spesso relegati in file secondarie nelle narrative per il grande pubblico. Racconta l’omosessualità e la follia della repressione, quella che in “Hollywood” portava i personaggi a scomparire dai set e qui a sottoporsi ad atroci esperimenti - dalla lobotomia allo shock termico - in una clinica psichiatrica alla ricerca di un cambiamento. Guardando “Ratched” è impossibile non smettere di chiedersi chi siano i veri matti in scena.
Il ritmo narrativo lascia spazio - deve - alla riflessione: i lavori di Murphy sono spesso stati tacciati di essere troppo ridondanti su alcune questioni, ma se l’obiettivo è arrivare al grande pubblico, la reiterazione non rischia di nuocere. Murphy con “Ratched” lavora inoltre sulla paura, sua grande alleata di scena, con ritmi di suspense e sensazioni più vicini a quelli “hitchcockiani” - da cui prende spunto anche per l’utilizzo della musica - che non allo spavento horror, nonostante il possibile cliché d’ambientazione. Se alla violenza fisica in "Ratched" viene regalata una veste marcatamente truculenta e spettacolare, a quella mentale sono attribuite tante sfumature diverse - manipolazione, trauma, non accettazione… - da non lasciare dubbi su quale sia il perno narrativo e d’indagine della serie.