Silvia D’Amico è Sara in “A casa tutti bene”

Nella serie scritta e diretta da Gabriele Muccino interpreta Sara, ultimogenita dei tre figli di Pietro Ristuccia, il fondatore del ristorante “San Pietro”

Silvia D'Amico
27 Dicembre 2021 alle 08:15

Nella serie “A casa tutti bene” scritta e diretta da Gabriele Muccino per Sky (e in streaming su Now) Silvia D'Amico interpreta Sara, ultimogenita dei tre figli di Pietro Ristuccia (Francesco Acquaroli), il fondatore del ristorante “San Pietro”. È qui che si attorcigliano le vicende di una larga e inquieta famiglia romana. Ed è in un vero ristorante che gli attori hanno fanno “pratica”. «Muccino ci ha portato a pranzo in un famoso locale dove il proprietario ci ha raccontato e mostrato come funziona la vita di un ristorante, siamo stati nelle cucine, abbiamo parlato con chi ci lavora, è stato anche quello un training. Tra l'altro nella serie alcuni erano veri cuochi che lavorano davvero in cucina».

Silvia, com'è questa Sara Ristuccia, il suo personaggio?
«È la più piccola dei fratelli, la cocca di papà, un padre-padrone che ha dato loro un lavoro e una stabilità. Sara è quella che si è ribellata meno alla figura paterna, è cresciuta all'interno del ristorante, è la più stabile e la più rassicurante agli occhi dei fratelli e dei genitori, in realtà come tutti i personaggi “mucciniani” che si rispettino non lo è così tanto».

Infatti si è messa con Diego (Antonio Folletto) non accettato dalla famiglia.
«Diego non era l'uomo che si aspettavano, del resto Pietro Ristuccia non avrebbe accettato nessun uomo accanto a sua figlia. È l'unico moto di ribellione di Sara al padre».

Come è stata scelta per questo personaggio ?
«Stavo girando un'altra serie quando mi hanno chiamato per il provino, non potevo incontrare Gabriele Muccino di persona e una notte gli ho mandato un video. Stavano ancora cercando le attrici sia per Ginevra (la compagna del fratello, ndr) sia per Sara, così ho fatto entrambi i provini».

Ed è stata scelta per Sara.
«Non avrei mai pensato di fare un personaggio del genere, finora avevo fatto cose completamente diverse e invece ero diventata una perfetta signora borghese. La magia è stata che Muccino mi ha detto che quando ha visto il mio video non ha avuto dubbi».

Com'è stato farsi dirigere da Gabriele Muccino?
«Abbiamo fatto molte prove, ognuno di noi con i nostri partner, poi ognuno di noi in famiglia e poi noi tre fratelli insieme con la mamma, abbiamo parlato a lungo del tipo di rapporto e del tipo di scena. Prima si studia tutto l'arco del personaggio, poi sul set Muccino prende gli attori e non gli dà la possibilità di pensare, ti butta in quella cascata di rabbia, di amore, di tutto, escono cose sorprendenti».

Di lei cosa è uscito?
«La cosa che mi interessava meno era fossilizzarsi sull'archetipo della donna tradita, non era utile e stimolante. L'evoluzione di Sara non è rimasta neanche così come era scritta, l'abbiamo costruita insieme con Muccino, lui è un regista in ascolto, fa tesoro anche del tuo punto di vista».

Il film originale lo aveva visto?
«Certo, e anche lì Sabrina Impacciatore ha delle stranezze, delle particolarità tutte sue, ogni attore ci mette la propria personalità, il proprio punto di vista in un personaggio. Io ho fatto Sara in maniera libera come non sono mai stata, mi ci sono buttata dentro».

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