Questa serie sudcoreana è uno splendente diamante. Forse un po’ grezzo, ma dal valore inestimabile
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Lucidatevi gli occhi, perché questa serie sudcoreana, la cui uscita è passata sotto silenzio, è uno splendente diamante. Forse un po’ grezzo, ma dal valore inestimabile. “Song of the bandits” è un perfetto mix di generi, con un’ambientazione, almeno per quanto siamo abituati a vedere noi in Italia, praticamente inedita.
È a tutti gli effetti un western, colossale e compatto. Solo che, anziché svolgersi in Texas, la storia si snoda nel Gando, nella Cina nord-orientale, terra occupata dai coreani, insediatisi durante la dominazione giapponese nei primi decenni del XX secolo. Il protagonista è l’ex schiavo coreano ed ex soldato dell’esercito giapponese Lee Yoon (Kim Nam-Gil) che si trasferisce proprio nel Gando. Qui si aggrega a una banda di delinquenti che hanno deciso di iniziare una rivoluzione. I riferimenti vanno dagli spaghetti western di Sergio Leone ai classici di Akira Kurosawa, dai “drama” coreani a Quentin Tarantino. Insomma ci troverete di tutto e davvero non potrete più farne a meno.