Trust: il rapimento di John Paul Getty III secondo Danny Boyle
Su Sky Atlantic Donald Sutherland interpreta il capostipite della famiglia Getty, ma nel cast c'è anche Luca Marinelli. Torniamo tra Roma e gli Stati Uniti negli Anni 70, per una serie barocca e psichedelica
Sul sequestro del giovane John Paul Getty III, uno dei fatti di cronaca più caldi degli Anni 70, recentemente abbiamo visto il film «Tutti i soldi del mondo» di Ridley Scott, con Michelle Williams, Christopher Plummer (che aveva sostituito Kevin Spacey, cancellato dal film in seguito alle accuse di molestie) e Mark Wahlberg.
Danny Boyle («Trainspotting», «The Millionaire», «127 ore») dà la sua visione dei fatti in «Trust», serie tv in onda su Sky Atlantic a partire da mercoledì 28 marzo. Barocca, kitsch e rock’n’roll, vi catapulta in un mondo di eccessi di una tra le famiglie americane più ricche di sempre, guidata dall’inquietante capostipite John Paul Getty Sr. (uno spietato Donald Sutherland). Un uomo che, come il ‘Re Lear’ shakespeariano che si diverte a citare, gioca con il potere fornitogli dal denaro, tenendo al guinzaglio donne ed eredi.
«Trust» riporta in vita il Danny Boyle di «Trainspotting», quello della regia a quadri, della colonna sonora adrenalinica da riascoltare a tutto volume, dei giovani protagonisti che, sentendosi ancora immortali, non hanno paura di giocare con la vita arrivando a sfidare la morte.
La storia del sequestro di John Paul Getty III
È la notte del 10 luglio 1973 quando a Roma scompare John Paul Getty III, nipote ed erede di John Paul Getty Sr., imprenditore del petrolio e tra gli uomini più ricchi al mondo. È un giovane hippie con problemi di droga, che vive in una comune e campa alla giornata. Quando il sedicenne viene rapito da un gruppo di malavitosi che chiede alla famiglia un riscatto in cambio della sua vita, l’avido nonno si rifiuta di pagare, ritenendo il rapimento del nipote, seppur suo prediletto, un motivo comunque insufficiente per rinunciare a parte delle sue ricchezze.
Il cast
Ambientata tra U.S.A. e Italia, «Trust» gode di un cast internazionale di primo livello capeggiato da Donald Sutherland («Ella & John: The Leisure Seeker», la saga di «Hunger Games») nei panni del temuto misantropo John Paul Getty Sr. Il giovane e affascinate Harris Dickinson è suo nipote John Paul Getty III, mentre Hilary Swank è Gail Getty, madre del ragazzo ed ex-moglie di uno dei figli del miliardario. Brendan Fraser («La mummia»), invece, veste il ruolo di un agente della CIA in tenuta texana che sbarca in Italia per far chiarezza sulla scomparsa di Paul.
La serie di Danny Boyle ha anche una parte di cast italiano: Giuseppe Battiston è l’ambiguo ristoratore romano Bertolini, responsabile di aver organizzato il rapimento del giovane Getty, coinvolgendo però le persone sbagliate. Una di queste è l’imprevedibile e feroce Primo, sicario al soldo di potenti malavitosi, interpretato da un sempre più bravo Luca Marinelli.
Perché vedere «Trust»
«Trust» non si limita a ricostruire un episodio di cronaca di per sé interessante, ma lo fa con uno sguardo cinematografico autoriale: quello di Danny Boyle. Il risultato è una serie psichedelica che contrappone l’opulenza patriarcale e dark del ricco petroliere alla sconsideratezza fricchettona e colorata del nipote, perfetto prodotto degli Anni 70 tra sesso, arte, droga e musica.
La serie inizia sulle note di «Money» dei Pink Floyd e sfreccia tra le strade romane con «Prisencolinensinainciusol» di Celentano a tutto volume, dando alla città quell’allure da cartolina che tanto piace all’estero. Il regista gioca con l’eleganza e il classico senza tempo - dalla residenza dei Getty ai continui rimandi artistici, fino alla città di Roma - immergendole negli acidi Anni 70 grazie alla sua regia frenetica fatta di split screen e flashback in formato trip.
A chi piacerà la serie di Danny Boyle
Ai fan di Danny Boyle.
A chi piacciono le crime story, soprattutto se tratte da fatti realmente accaduti.
A chi è piaciuta l’opulenza visiva e la narrazione delle dinamiche di una famiglia facoltosa al cospetto di un evento tragico in «America Crime Story - L’assassinio di Gianni Versace». La serie di Boyle ce l'ha ricordata nel modo di raccontare al limite col videoclip - anche per la sua forte componente musicale - e nelle sue ricostruzioni fastosamente ricche.
A chi pensa che Luca Marinelli sia tra i più grandi attori italiani esistenti (e che spera non smetta di fare scelte d’interpretazione azzeccate).
Curiosità
Sembra che John Paul Getty Sr. avesse davvero un harem, come raccontato nella serie: dopo cinque matrimoni falliti e altrettanti figli a carico.
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