Così come è impossibile tornare alle immagini di “Chiamami col tuo nome” senza pensare alle note di “Mystery of love” di Sufjan Stevens, è difficile ripensare a “We are who are” dissociandola da “Time will tell” di Blood Orange. Luca Guadagnino, alla sua prima esperienza per la tv, firma un’opera complessa e delicata che prova a raccontare cosa vuol dire essere adolescenti oggi, tra rapporto con le famiglie, ricerca di una propria identità sociale, sessuale e mentale, bisogni e rifiuti. “We are who we are” debutta su Sky Atlantic e in streaming su NowTv il 9 ottobre.
“It is what it is” (È quello che è) canta Blood Orange suggerendo di non stressarsi per raggiungere qualcosa per cui nessuno ti sta aspettando. Ed è da questo insegnamento che muove le fila quella che, più che una serie, è un lungo film a episodi ambientato nel microcosmo di una base militare americana nel veneto. È qui che un gruppo di adolescenti, per seguire le carriere dei propri genitori, si trova a vivere un momento delicatissimo delle proprie esistenze. Lontani da casa, da abitudini consolidate e sicurezze, ciascuno di loro cerca in se stesso e nell’altro un sostegno per riconoscersi e scoprirsi anche “fuori contesto”.
«Quando ci siamo trovati a riflettere su dove ambientare questa storia che parla d’identità» ha detto Luca Guadagnino in conferenza stampa «per una forma di disciplina mentale per cui preferisco trovare una porzione da dominare per riuscire a essere universale nel racconto, è nata l’intuizione della base militare. Il fatto che sia come una navicella depositata nel chioggiotto, ci ha permesso di mostrarne la penetrabilità tra il fuori e il dentro che, come il suo lato rigoroso, fatto per essere rispettato o infranto, ci ha portato a raccontare questi teenager esattamente come volevamo. La serie è ambientata nel 2016 perché, per parlare di contemporaneità, abbiamo bisogno di una distanza minima affinché la realtà s’integri in maniera organica con la narrazione».
I protagonisti
L’estroso Fraser (Jack Dylan Grazer) e la magnetica Caitlin (Jordan Kristine Seamón) sono i due giovani protagonisti. Insieme a loro troviamo Chloë Sevigny nei panni della madre di Fraser con Alice Braga in quelli della sua compagna; Scott “Kid Cudi” Mescudi in quelli del padre di Caitlin e Faith Alabi in quelli della madre. Francesca Scorsese, Spence Moore II, Ben Taylor, Corey Knight e Sebastiano Pigazzi sono alcuni degli altri ragazzi che abitano la base.
“We are who we are” è stata scritta da Paolo Giordano (“La solitudine dei numeri primi”, “Divorare il cielo”) e Francesca Manieri (“Veloce come il vento”, “Figlia mia”, “Vergine giurata”). È una serie HBO e Sky, prodotta da The Apartment Pictures, Wildside e Small Forward Productions.
La trama di “We Are Who We Are”
Fraser (Jack Dylan Grazer) ha 14 anni quando con la madre, un comandante dell’esercito americano, si trasferisce in una base militare in Veneto. Qui conosce la coetanea Caitlin (Jordan Kristine Seamón), che vive di fronte a casa sua e frequenta la sua stessa scuola. Entrambi stanno vivendo un periodo d’esplorazione dei loro desideri e di ogni aspetto della propria identità. Diventano molto amici, fingendo quasi di stare insieme per evitare le pressioni dei coetanei. In verità Caitlin sta testando il suo lato femminile esplorando quello maschile, mentre Fraser è attratto da un sottoposto della madre Sarah (Chloë Sevigny). Queste esperienze guidano il flusso delle loro vite da soli, insieme e nel gruppo di amici della base militare, molti dei quali stanno vivendo, seppur in modo diverso, le stesse esperienze.
Il cast
Fraser, interpretato da Jack Dylan Grazer (“IT”), e Caitlin, Jordan Kristine Seamón al suo debutto come attrice, sono al centro di "We are who we are".
«Jack ha una saggezza incredibile: riflette su quello che il personaggio deve essere e comunicare come uno che è alla fine della sua vita» ha detto Guadagnino parlando del suo protagonista. «Mi sono innamorato di Caitlin guardando i tapes, dove provava la scena dell’episodio in cui recita Mamet: l’intelligenza con cui ha colto quel testo e la sua performance sono stati incredibili. E poi il suo viso è così enigmatico e denso di possibili emozioni, che era esattamente ciò che cercavamo sulla pagina» ha aggiunto il regista a proposito di Jordan.
Chloë Sevigny è Sarah, la madre-colonnello di Fraser, nonché attrice indie-cult con cui Guadagnino sperava da tempo di lavorare. «Mi sono affidata completamente a Luca per la resa del mio personaggio. Inoltre sul set avevamo un consulente militare fantastico che ha dato a ciascuno di noi informazioni chiave» ha detto l’attrice.
La star brasiliana Alice Braga (“Io sono leggenda”, “Blindness - Cecità”, “X-Men: The New Mutants”) interpreta Maggie, moglie di Sarah e mamma adottiva di Fraser. Il musicista Scott “Kid Cudi” Mescudi invece è Richard, padre di Caitlin e marito di Jenny (Faith Alabi).
Il cast di “We are who we are” è stato assemblato da Carmen Cuba, la Casting Director dietro al successo di “Stranger Things”, che ha scelto con Guadagnino anche tutti i giovani interpreti della serie: da Francesca Scorsese - figlia di Martin - a Spence Moore II, passando per l’italiano Sebastiano Pigazzi - nipote di Bud Spencer.
La Gen Z di "We are who we are"
Luca Guadagnino ambienta la sua serie nel 2016, provando a raccontare la generazione di adolescenti degli Anni Dieci. Mette in scena la loro passione per una certo tipo di moda, più unica e meno fast; la sovrapposizione continua tra vecchio e nuovo (Fraser legge poesia, mentre lascia che il suo presente venga raccontato dalla musica); l’eccesso occasionale senza tempo per “sesso, alcol e droga”.
I protagonisti di Guadagnino stanno tanto insieme, ma quando sono lontani parlano solo scrivendosi in chat. Vivono l’esplorazione di se stessi e della propria sessualità in modo intimo: non rifiutano la sperimentazione, ma senza spavalderia. Vivono in un mondo multiculturale e multigender, in cui non si preoccupano di come la propria diversità possa essere percepita, vogliono solo capire chi sono e che posto occupano nel mondo. In tal senso "We are who we are" racconta pro e contro della società contemporanea e dei suoi costumi, esplorandone i diversi stati d’animo attraverso personaggi universali.
Curiosità
- «Se i miei partner decideranno di unirsi, vedo possibile l’idea di continuare a dare corpo e voce a questi personaggi» ha detto il regista Luca Guadagnino in risposta a chi ha iniziato a ventilare l’ipotesi di una seconda stagione della serie.
- Guadagnino ha raccontato che l’ipotesi di partenza era quella di lavorare a una serie sulla fluidità di genere ambientata in un sobborgo americano. In un secondo momento, però, gli tornò in mente il racconto che gli fece l’attrice Amy Adams sulla sua infanzia: figlia di un militare, aveva vissuto per alcuni anni nella base americana di Ederle, a Vicenza. Quel ricordo ha portato il regista a domandarsi se, al posto di raccontare la periferia americana, ormai quasi uno stereotipo del cinema indipendente, non fosse stato meglio concentrarsi su una comunità ben precisa, come quella dei soldati U.S.A. espatriati per lavoro con le proprie famiglie.
- La rete è impazzita su Twitter e Guadagnino ha confermato: quello che si vede camminare in maglia gialla alle spalle di Richard (Scott “Kid Cudi” Mescudi) mentre stira in una puntata della serie è Timothée Chalamet, passato sul set a salutare il regista.
- La base militare in cui è stata girata "We are who we are" si trova a qualche chilometro da Padova. La produzione l'ha stravolta per adattarla alle esigenze di racconto costruendo e alzando edifici, rifacendo completamente la rete viaria, arredando la parte verde e gli interni delle strutture come uffici, palestre, fast-food, supermercato, cinema, scuola ecc.