La miniserie in streaming su Apple Tv+ racconta la nascita di WeWork, marchio globale di coworking, e la storia romantica del suo fondatore con la moglie Rebekah
Si puo' vedere su
Adam Neumann, 43 anni il prossimo aprile, di origini israeliane, è il brillante co-fondatore di WeWork, la società globale di coworking che l’ha reso, tra alti e bassi, multi-milionario. Alla sua storia - vera - e al suo rapporto idilliaco con la moglie Rebekah è ispirata “WeCrashed”, la serie Apple TV+ in streaming dal 18 marzo con i primi tre episodi (a cui seguirà il rilascio dei successivi cinque, uno alla settimana, ogni venerdì). I due nella serie sono interpretati rispettivamente da Jared Leto e Anne Hathaway.
Creata da Lee Eisenberg e Drew Crevello, e diretta per i primi episodi dalla brillante coppia John Requa e Glenn Ficarra (“Crazy, Stupid, Love”, “Whisky Tango Foxtrot”, “This Is Us” serie), “WeCrashed” è un folle viaggio tra le illusioni di un uomo e la grandezza di una storia d’amore. La prima scena della serie, non a caso, è l’ultima in ordine cronologico, ovvero l’estromissione di Adam dal consiglio d’amministrazione dell’azienda e dalla sua carica di CEO nel 2019. Adam e Rebekah vivono in una bolla talmente personale e naive da non essersi accorti di ciò che stava accadendo sotto i loro occhi. Anche la loro esistenza “da ricchi” viene proposta al pubblico come qualcosa di talmente assurdo e distante dalla realtà da risultare ilare: lui che va in giro perennemente scalzo, l’obbligo da parte dei dipendenti di accoglierli in ufficio con una specifica canzone che si alza al loro passaggio, i party… sono solo alcuni degli aspetti più estremi dei due e divertenti della serie.
La trama
La storia di Adam Neumann (Jared Leto) ha inizio a New York allo scoccare dei duemila, dove è una sconosciuta mente brillante che tenta la fortuna con invenzioni di dubbia funzionalità e interesse di mercato, come le scarpe col tacco metti-togli o i vestiti per neonati con ginocchiere. L’aspetto positivo di Adam è che crede davvero in tutto ciò che fa. A un corso incontra Miguel McKelvey (Kyle Marvin) che gli offre un piccolo ripostiglio da adibire a ufficio. Lo stanzino si trova in un più ampio open space sfitto. Da lì l’idea: i due si mettono insieme e la propongono al gestore dell’edificio che, dapprima incerto, si fa convincere da Adam, grande visionario e comunicatore. Ha inizio così la storia di WeWork (inizialmente chiamato GreenDesk), ora brand globale di spazi lavorativi condivisi.
Parallelamente alle vicende di Adam come imprenditore, c’è la sua storia romantica con la moglie Rebekah (Anne Hathaway). Adam inizia una relazione con lei dopo averla conosciuta a una festa e dopo un corteggiamento serrato. I due stanno ancora insieme e hanno cinque figli all’attivo. Rebekah è l’altra metà dei fatti raccontati in “WeCrashed”, con la sua carriera come attrice, i suoi casini familiari e l’incondizionato supporto - fin da principio - al marito e alla sua visione.
Il cast
“WeCrashed”, che è basata sul noto podcast “WeCrashed: The Rise and Fall of WeWork”, deve la sua riuscita a un’ottima messa in scena, che intrattiene e mette al centro una storia di self-made imprenditoriale originale, e su un’accoppiata straordinaria di interpreti nei ruoli principali. Jared Leto, che ormai sembra abbonato a ruoli intriganti, dove serve tanta trasformazione ma anche tanto carattere, entra perfettamente nel personaggio di Neumann: visionario, geniale e svitato. Anne Hathaway è una splendida Rebekah: una donna che si scontra non solo con chi è, ma anche con ciò che gli altri vogliono che sia (prima come cugina di Gwyneth Paltrow, poi come Rebekah Neumann).
Insieme a loro nel cast ci sono Kyle Marvin nei panni di Miguel McKelvey, socio di Adam, Cricket Brown in quelli di Chloe Morgan, una delle lavoratrici WeWork che inizia a vederne i difetti, Peter Jacobson in quelli di Bob Paltrow, padre di Rebekah, e molti ancora.
Altro aspetto notevole della serie è la sua colonna sonora, carica di successi pop e indie dei duemila, che non viene mai abbassata, per caricare le atmosfere già adrenaliniche e mentalmente vulcaniche, di un ulteriore impatto.
La parabola della storia di Neumann è sorprendente e fa entrare nel racconto una forte componente di dramma (insieme alle vicende familiari di Rebekah). “WeCrashed” si concentra sulla rapidità con cui a un certo punto l’azienda inizia a perdere milioni di dollari mentre il suo fondatore fa di tutto per andare avanti, ma propone anche una critica a quel mondo del lavoro di cui Neumann si era fatto portavoce. In WeWork i lavoratori, dopo essere stati abbindolati per diverso tempo con alcol, feste e socialità, rinsaviscono capendo di vivere, più che lavorare, in una gabbia dorata con pessime condizioni economico-contrattuali, oltre che di ecosistema d'ufficio.
“WeCrashed” è una delle serie più sorprendenti viste (finora) quest’anno sia per i suoi protagonisti sia per la storia e il mondo che ricostruisce. Guardandola è impossibile non farsi venire in mente alcune sensazioni provate durante la visione di un’altra vicenda realmente accaduta, proposta per la tv e con al centro un personaggio visionario quale “Inventing Anna” (Netflix), con cui “WeCrashed” spartisce tematiche come visione del singolo e coraggio imprenditoriale, ma anche rapida ascesa e altrettanto repentino declino.