Conduce con Paola Perego "Citofonare Rai2", è una presenza fissa al "Tavolo" di Fazio e pianifica le nozze col compagno
«Ho conosciuto la presidente Roberta Metsola, che è una donna di una bravura, di un carisma e di un’energia incredibili» racconta Simona Ventura al telefono da Bruxelles. Il 29 marzo la conduttrice ha presentato al Parlamento europeo “Marco inedito”, il documentario su Marco Pannella del quale firma la regia, prodotto con il compagno, il giornalista Giovanni Terzi, che ne è autore e ideatore.
Un lavoro che le sta dando grandi soddisfazioni...
«Sì, hanno assistito alla proiezione anche due scolaresche ed è stato emozionante. Perché i liceali di oggi spesso non conoscono la figura di Pannella e le sue grandi battaglie per la libertà di scelta: il divorzio, l’aborto, ma anche la liberalizzazione della cannabis, che è ancora oggi al centro del dibattito. Scoprire la sua storia, e l’uomo oltre il politico, appassiona. E porta i ragazzi a interessarsi e a discutere di diritti fondamentali».
Col suo compagno Giovanni avete realizzato anche il documentario “Le 7 giornate di Bergamo” per raccontare la rapida costruzione dell’ospedale da campo nella città in pieno Covid. Lavorare insieme rinsalda il vostro legame?
«Io lavoro in tv in due programmi, lui dirige Theglobalnews.it, una testata online che si occupa di diritti umani. Ritrovarci su progetti diversi a stretto contatto è bello perché ci appoggiamo l’uno all’altra, ci compensiamo. E non ci stanchiamo mai di pensare cose nuove. Ora vogliamo realizzare un documentario su Padre Pio. E nel frattempo abbiamo il progetto della “Ventura Academy” per lanciare giovani di talento nel mondo del lavoro».
Come concilia la sua anima impegnata con quella da protagonista dell’intrattenimento a “Citofonare Rai2” e a “Che tempo che fa”?
«Non c’è contraddizione, è stato Giovanni a tirare fuori questo mio lato più razionale. Io mi diverto a fare entrambe le cose».
Fabio Fazio con lei ha aggiunto un “jolly” al “Tavolo”.
«Ne sono onorata e orgogliosa. Con Fabio siamo sempre stati amici anche quando i giornali scrivevano il contrario perché gli ero subentrata alla conduzione di “Quelli che… il calcio”. Lo stimo molto e sono felice che mi abbia voluta al “Tavolo”, dove ho conosciuto personaggi di altissimo livello: Nino Frassica, Gigi Marzullo, la Signora Coriandoli… Ho scoperto un gruppo di lavoro unito e affiatato. Come quello che ho a “Citofonare Rai2” con Paola Perego, Valeria Graci, Antonella Elia e Gene Gnocchi, che è già venuto a trovarci e spero ci faccia compagnia più spesso».
Con Paola Perego cantate a squarciagola e a volte stonate un po’.
«Un po’ tanto».
Calcate la mano?
«No, no: ci viene proprio naturale. Paola ama molto i travestimenti e cantare come a casa tra amici, quando si gioca al karaoke: è la sua piccola follia e io, anche se all’inizio mi vergognavo, ora la assecondo. Del resto anche lei mi segue nelle mie follie. Ci vogliamo bene, siamo come Thelma e Louise».
Paola sarà la sua testimone di nozze? A proposito, perché non vuol dire la data? Scaramanzia?
«Ogni volta che in passato abbiamo fissato una data è successa una sciagura: prima la pandemia, poi la guerra. La sveleremo a ridosso dell’evento. E sì: mi piacerebbe che la mia testimone fosse Paola».
Il matrimonio cambierà gli equilibri della sua famiglia allargata?
«Non sposterà nulla perché con Giovanni conviviamo già da quattro anni. Noi siamo innamorati e i nostri figli si vogliono bene. Il matrimonio rafforzerà l’unione della famiglia».
Da quando è legata a Giovanni le sue doti culinarie si sono affinate?
«Sì, ma solo perché lui mi ha regalato un robot da cucina che mi permette di sperimentare ricette più fantasiose. In realtà, la nostra salvezza è il ragù di mia mamma. Lo surgelo e mi risolve spesso pranzi e cene».
E quando vuol prendere per la gola Giovanni cosa gli prepara?
«Andiamo al ristorante (ride)! Ci concediamo spesso piccole fughe di coppia, dei viaggetti ogni due-tre mesi. Fuggiamo soli, alla chetichella».
Sua figlia Caterina le ruba già i vestiti?
«Dipende. Io ho conservato tutti i miei abiti in un magazzino perché ho imparato che non si butta via niente, la moda è ciclica. Avrò 800 vestiti e 500 paia di scarpe. Ma Cate non è interessata a tutto. I jeans, per esempio: i miei modelli a vita bassa non li metterebbe perché ora vanno quelli a vita alta».
Si definisce una “bastian contrario”.
«Sì, senza dubbio».
La cosa più controcorrente che ha fatto nella vita?
«Stare vicina alle persone quando sono nella polvere, perché nei momenti di difficoltà mi diventano simpatiche. In genere si sale sul carro dei vincitori, invece io, al contrario risalgo la corrente, come i salmoni».
Un difetto che si riconosce?
«Sono distratta».
Perde gli oggetti?
«No, mi perdo nei miei pensieri».
Se fosse un oggetto, cosa sarebbe?
«Un elefante con la proboscide all’insù come quelli che ho in casa, tanti. Ho la memoria degli elefanti: posso perdonare, ma non dimentico».
Su WhatsApp come si comporta? Risponde subito? Manda vocali?
«Cerco di rispondere a tutti subito, ma se sono in auto mando un vocale perché chattare è pericoloso, si rischiano incidenti».
I call center la chiamano?
«Succede, sì».
Come li liquida?
«Li blocco».
Tiene un televisore in camera da letto?
«Sì, il televisore in sottofondo ci fa da “ninna nanna” prima di dormire».
Dove pensa che andrà la televisione nei prossimi dieci anni?
«Le piattaforme avranno sempre più spazio, ma la tv generalista durerà ancora tantissimo, perché fa compagnia soprattutto alle persone anziane».
E lei dove sarà nella tv del futuro?
«Tra dieci anni io spero proprio di essere nonna!»