Can Yaman: «Sono un single sempre innamorato»

Silvia Toffanin, la conduttrice di "Verissimo" intervista la star di Daydreamer

Can Yaman
15 Ottobre 2020 alle 08:19

Ha conquistato i cuori del pubblico femminile di Canale 5 perché è bello e affascinante, ma anche simpatico, sensibile. Finalmente lo abbiamo visto raccontarsi a cuore aperto in un’attesissima intervista televisiva. L’attore turco Can Yaman ha scelto lo studio di “Verissimo” per parlare per la prima volta, in esclusiva, della sua vita.

L'agenda

Dal successo della serie tv in onda su Canale 5 arriva la strepitosa agenda 2021 dedicata a Day Dreamer – Le ali del sogno. 360 pagine con Can Yaman, Sanem e gli altri protagonisti della serie

E Silvia Toffanin, con la sua empatia, ha saputo entrare subito in confidenza con la star di “Daydreamer – Le ali del sogno”, una soap seguita in 21 nazioni e diventata un fenomeno anche da noi. Le fan non sono rimaste deluse e ora sanno tutto, ma proprio tutto, dell’irresistibile Can. Cresciuto a Istanbul, Can (si pronuncia “Gian”) prima di iniziare a recitare faceva l’avvocato come il suo papà, Güven. Ma poi, quasi per caso, è arrivato il successo con la soap “Bitter Sweet”, in cui interpretava un uomo d’affari. Oggi, mentre mamma Güldem, insegnante, è diventata la sua prima fan, il ruolo che lo vede protagonista è quello dell’omonimo Can di “Daydreamer”: un fotografo di successo che prende le redini dell’agenzia pubblicitaria del padre. La barba e i capelli lunghi del personaggio, però, non ci sono più. E Silvia Toffanin gli chiede subito…

Ti sei dovuto tagliare i capelli per fare il servizio militare in Turchia, ti è dispiaciuto?
«No. Per “Daydreamer” avevo dovuto farli crescere. E anche se non fossi andato al servizio militare li avrei tagliati comunque, perché mi piace cambiare».

Hai frequentato il liceo italiano… parli benissimo la nostra lingua.
«Sì, ma l’italiano lo parlavo anche meglio quando lo studiavo a scuola».

Che ragazzino eri?
«Studioso. I miei hanno attraversato qualche difficoltà. Mio padre non guadagnava bene, mia madre si rimboccava le maniche e lavorava fuori Istanbul, a Bodrum, nel sud della Turchia. Per un po’ mi ha tirato su mia nonna. A 14 anni ho scelto di fare il liceo italiano per avere più possibilità nella vita, ma c’era il pericolo che non potessi pagare la retta. Però ho vinto una borsa di studio, perché ero il primo della scuola. All’ultimo anno ho avuto un’altra occasione: su 3.000 studenti bravi da tutta la Turchia, solo 36 sono stati selezionati per andare a studiare negli Stati Uniti. E io ero fra quei 36. Al ritorno dall’America, ho vinto un’altra borsa di studio, stavolta con la pallacanestro, per entrare a Giurisprudenza».

Prima di fare l’attore hai lavorato come avvocato. Raccontaci com’è andata.
«Dopo un anno di stage ho lavorato nella società di consulenza legale PricewaterhouseCoopers, ma mi annoiavo, non so stare fermo davanti a un computer. Durante una vacanza a Bodrum ho conosciuto i miei attuali agenti, che mi hanno impartito lezioni di recitazione. Così la mia vita è cambiata ed eccomi qua».

Ricordi il primo ciak? Eri emozionato?
«Ho imparato a controllare le mie emozioni quando giocavo a basket e quando facevo l’avvocato. Al primo set mi sono buttato. Come quando ti butti in mare e, anche se non sai nuotare, inizi a farlo».

I tuoi genitori sono contenti della strada che hai intrapreso?
«Papà si è fidato subito di me, mamma all’inizio era più preoccupata».

Come tutte le mamme…
«Ora che ho 30 anni è più tranquilla. Lei balla il tango e abbiamo iniziato a danzarlo insieme durante la quarantena. Mi è servito, l’ho usato in una scena della mia ultima serie».

Tu sei un “daydreamer”, un sognatore a occhi aperti?
«No, non mi piace sognare: vivo nel presente. Pensare al futuro o al passato mi stressa molto. Non sogno, decido di fare le cose. Da bambino sognavo di più, ora sono molto terra terra».

Pensiamo, qui e ora, alla nostra intervista. Il tuo personaggio, Can Divit, dopo un bacio al buio riconosce in Sanem Aydin l’anima gemella. Ma il destino si diverte a tenere gli innamorati sulle spine… Quanto ti assomiglia questo personaggio?
«Aggiungo sempre qualcosa di mio ai personaggi, una punta di me».

Con Demet Özdemir, che interpreta Sanem, siete amici?
«Sì, ci siamo aiutati molto sul set. Spero che ricapiterà di lavorare insieme».

A Roma hai incontrato da poco il regista Ferzan Özpetek. Farete qualcosa insieme?
«È stato carino. Prima ci sentivamo su WhatsApp e al telefono, stavolta abbiamo avuto occasione di incontrarci e speriamo di poter fare una bella cosa insieme».

Un film?
«L’intenzione e la volontà ci sono, vedremo».

Tutto il pubblico italiano vuole sapere: sei innamorato?
«Ora no, sono single».

Vorresti avere una compagna?
«Sono sempre aperto alle cose che mi porta la vita. La vita sorprende».

Sei stato innamorato tante volte?
«Domanda pericolosa, questa (ride). Se sto con qualcuno, vuol dire che sono innamorato. Ma lo sono anche del mio lavoro. Mi innamoro di tutte le cose che faccio».

Diventare papà ti piacerebbe? Ci pensi?
«Sì, ma non ci penso. Se penso, complico le cose».

Un’ultima cosa: sei un uomo felice?
«Molto».

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