La nuova soap di Rai1 “Sei sorelle” riporta in Italia Álex Gadea, l’amato Tristan di “Il segreto”

Come Tristan, Cristobal è capace di vivere grandi passioni con caparbietà, con la forza di fare un “passo indietro” per non rovinare tutto, ma sempre a testa alta

20 Giugno 2022 alle 08:28

Il pubblico di "Sei sorelle", la soap in onda su Rai1, lo ha capito subito: Álex Gadea non è cambiato. O meglio, non è cambiata l’indole del suo personaggio. Nel dottor Cristobal Loygorri si ritrova infatti il cuore grande e nobile di Tristan, l’amatissimo protagonista delle prime stagioni di "Il segreto". Come Tristan, Cristobal è capace di vivere grandi passioni con caparbietà, con la forza di fare un “passo indietro” per non rovinare tutto, ma sempre a testa alta. In attesa di scoprire come evolverà l’amore silenzioso di Cristobal per Blanca (Mariona Tena), promessa sposa a suo fratello Rodolfo (Fernando Andina), personaggio ignobile, noi abbiamo messo Álex di fronte al suo passato e presente televisivo.

Álex, nella vita è più Tristan o più Cristobal?
«Sono entrambi integerrimi, di saldi principi e visioni molto forti, ma io mi sento più Álex Gadea».

E lei è altrettanto passionale? Qual è la cosa più incredibile che ha fatto per amore?
«Penso di essere passionale, ma non quanto i miei personaggi: impazzirei! Però ho finto per mesi che la mia pizza preferita fosse la “hawaiana” con l’ananas: non è stato facile mangiarne così tanta… Ovviamente la storia con la ragazza non è continuata...».

Chi è Cristobal per lei?
«È il figlio minore di una ricca famiglia matriarcale, segnata dall’assenza di un padre. Un progressista che si scontra con la visione conservatrice e classista di casa, e che ha avuto la forza di seguire la vocazione per la Medicina, nonostante la madre avesse per lui altri progetti».

"Sei sorelle" è ambientata ai primi del Novecento, come "Il segreto": si diverte a recitare “in costume”?
«Coincidenza curiosa, sì. Mi è piaciuto lavorare in queste serie. Per me, comunque, contano le storie, non l’ambientazione».

Cosa porterebbe di quei tempi nell’oggi?
«Il ritmo interiore della vita e delle persone, la loro capacità di perseverare, la loro pazienza».

In Italia è popolarissimo, le piacerebbe lavorare nel nostro Paese?
«Certo! Nella mia memoria ho molti riferimenti al cinema italiano. Ho visto tantissime volte "Ladri di biciclette" di Vittorio De Sica e "La vita è bella" di Roberto Benigni, per esempio. Ultimamente, poi, mi hanno colpito "Sulla mia pelle" di Alessio Cremonini e "La grande bellezza" di Paolo Sorrentino».

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