«Tempesta d’Amore»: intervista a Lorenzo Patanè, lo chef del Fürstenhof

L’attore catanese, che interpreta Robert Saalfed, dal 2018 è entrato per la terza volta nel cast della soap tedesca trasmessa da Rete 4. «Non era mai successo prima nella storia di Tempesta. Di solito se un protagonista va via, al massimo rientra in un’occasione sola» racconta Lorenzo

Da sinistra, Lorenzo Patanè, Uta Kargel e Paulina Hobratschk
7 Gennaio 2019 alle 18:02

Certi amori non finiscono e il legame che c’è tra Lorenzo Patanè e «Tempesta d’amore» è qualcosa di più di un semplice rapporto professionale. Già, perché l’attore catanese, che interpreta Robert Saalfed, dal 2018 è entrato per la terza volta nel cast della soap tedesca trasmessa da Rete 4. «Non era mai successo prima nella storia di Tempesta. Di solito se un protagonista va via, al massimo rientra in un’occasione sola» racconta Lorenzo.

Cosa l’ha convinta a tornare?
«Quando la produttrice della serie Bea Schmidt mi ha chiamato, mi ha assicurato che Robert sarebbe stato protagonista di trame molto forti. Anche perché non aveva più senso fargli fare solo lo chef del Fürstenhof».

Così è stato: prima la vicenda della gravidanza mancata della moglie Eva (Uta Kargel), poi quella della malattia della figlia Valentina (Paulina Hobratschk)...
«Sono due situazioni toccanti ed estremamente realistiche, proprio quello che volevo. Bisognava far crescere il personaggio e gli autori ci sono riusciti benissimo».

Lei e sua madre, però, continuate ad avere il vostro ristorante a Stoccarda...
«Certo, ma quella è una passione di famiglia che non tramonterà mai. Io praticamente sono cresciuto tra i fornelli. Ricordo che quando nel 2005 arrivai a Monaco per girare le prime scene di Tempesta mi chiesero se sapessi tenere in mano un coltello da cucina. Gli ho risposto di stare tranquilli, poi hanno visto come tagliavo la verdura e sono rimasti a bocca aperta».

Lei lavora ormai da tantissimi anni all’estero, non pensa mai di ritornare in Italia?
«Ma certo. Amo alla follia il mio Paese. Pensate che quando ho voglia di casa, se non riesco a trovare un aereo, sono persino disposto a prendere un autobus. Anche solo per un paio di giorni. Vado nel mio appartamento a Roma e respiro il profumo dell’Italia. Ecco, quella che mi manca tantissimo è la mia terra, la Sicilia. Lì, purtroppo, non ce la faccio ad andare».

Sia sincero: meglio un arancino di riso o un piatto di wurstel e crauti?
«Arancino, senza dubbio».

C’è qualche nuovo progetto in vista?
«Per ora tanti provini, tante belle proposte, ma per ora ancora niente di concretamente realizzabile».

Intanto, però, lo scorso anno l’abbiamo vista in «Tutti i soldi del mondo» di Ridley Scott.
«È stata un’esperienza pazzesca. Dovevo girare solamente tre scene e Ridley Scott è arrivato per chiedermi come l’avrei girata io. Cioè, il regista di "Blade Runner" e "Thelma e Louise" che vuole da me un consiglio. Un uomo di un’umiltà assolutamente straordinaria!».

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