“Tempesta d’Amore”, Julian Schneider: un rockettaro beato tra le donne

L'attore che interpreta il ribelle Joshua, figlio illegittimo di Robert, ci parla delle sue passioni e dell’amore per l’Italia

Da sinistra, Helen Barke, Julian Schneider e Jenny Löffler
10 Maggio 2019 alle 14:00

Vienna è una città romantica. E proprio nella capitale austriaca è nato e cresciuto Julian Schneider. È lui l’attore protagonista della quindicesima stagione di Tempesta d’amore, dove veste i panni del giovane Joshua, figlio illegittimo di Robert (Lorenzo Patané). Appena entrato in scena ha subito conquistato le attenzioni delle due sorelle Saalfeld, la dolce Denise (Helen Barke) e l’intrigante Annabelle (Jenny Löffler). Dando il via a un triangolo che terrà banco per i mesi a venire tra i lussuosi saloni del Fürstenhof.

Joshua è un personaggio che le somiglia?
«Un po’ sì. Di primo acchito sembra ombroso e riflessivo, poi viene fuori il suo lato più spontaneo. E affascinante. Anch’io lo sono, almeno stando a quanto mi dicono gli altri!».

Lei si è mai trovato a che fare con due donne contemporaneamente?
«Purtroppo sì. E per esperienza posso dire che non è una buona idea. Si finisce per soffrire tutti».

Cosa la colpisce di più in una donna?
«Gli occhi e lo sguardo. E mi piacciono le ragazze che sono se stesse e non cercano sempre di dimostrare qualcosa. Non sopporto nemmeno quelle che escono con te e poi stanno sempre attaccate al cellulare. A volte questo impedisce perfino di avere una conversazione normale!».

Si definirebbe romantico?
«Non sono tanto un tipo da fiori e candele... Ma se essere romantico significa vedere la poesia nelle piante che nascono spontaneamente tra i mattoni di un muro o scalare una duna nel deserto di notte - e io l’ho fatto - soltanto per vedere un cielo stellato con la persona che si ama... allora lo sono! Anche se prima di mettere su famiglia voglio aspettare un po’: almeno una ventina di anni (ride)».

A vedere il suo look ribelle si direbbe che è un tipo molto rock.
«Beh il rock è il mio primo amore e prima di recitare ho iniziato proprio con la musica. Chitarra, una band e tanti giubbotti di pelle: ne ho un’intera collezione e i più belli sono italiani!».

Quindi è stato nel nostro Paese?
«Sì, adoro viaggiare e dell’Italia mi piace tutto. Prendete la vita dal verso giusto: buon cibo, relax. E poi il design, l’architettura. Questa è la cosa che mi manca di più anche della mia Vienna, ora che vivo in Germania».

Musica, design, recitazione: insomma pensa di avere l’arte nel suo Dna?
«In realtà è stato mio padre a spingermi a iscrivermi a un corso di recitazione. Ho sempre avuto due genitori molti presenti, che mi hanno guidato come amici saggi e sostenuto nella mia carriera di attore».

Una carriera che è passata anche dagli Stati Uniti.
«Sì, ho studiato alla Lee Strasberg Academy di Los Angeles. È sicuramente la scuola di recitazione numero uno d’America: andarci era il mio sogno e sono riuscito a realizzarlo».

E nel tempo libero cosa fa?
«Al contrario di Joshua non ho nessuna abilità manuale. Però pratico uno sport che si chiama TaeBo, una particolare arte marziale in cui si mescolano Taekwondo e boxe».

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