“Un posto al sole”, Luigi Di Fiore: «Che gioia, ho ritrovato il mio Luca De Santis»

Dopo ben 22 anni torna a indossare i panni del dottor De Santis e rientra nella soap di Rai3

21 Febbraio 2023 alle 09:22

Per descrivere il suo ritorno a "Un posto al sole", Luigi Di Fiore ricorre a Omero: «Mi sento come Ulisse, anche io dopo vent’anni ho ritrovato la mia Itaca!».Ventidue, per la precisione, perché il “suo” Luca De Santis, il medico che ha interpretato dalla seconda puntata, era uscito di scena nell’aprile 2001. E nella puntata del 24 febbraio, dopo un lungo soggiorno all’estero, torna a Napoli.

Come è stato tornare dopo così tanto tempo?
«Decisamente emozionante. La prima scena prevedeva che Luca arrivasse a Palazzo Palladini, dove Giulia e Raffaele stavano parlando, e dicesse: “Non sapete quanto mi siete mancati!”. Era quello che stavo provando davvero in quel momento. E anche loro erano commossi».

Eravate rimasti in contatto?
«Sì. Considero "Un posto al sole" la mia famiglia, per questo mi sono paragonato a Ulisse».

Lui a Itaca ha trovato i Proci...
«Io no (ride). Mi hanno accolto con una tavola imbandita. Spero che il pubblico mi accolga nello stesso modo, Luca era molto amato».

Eppure gli autori decisero di farne a meno...
«Dissero che il personaggio si era consumato e, chissà, forse avevano ragione. Io, però, soffrii moltissimo e per anni ho sperato di tornare. Quando avevo ormai perso le speranze, mi è arrivato l’invito per la festa organizzata per le 6.000 puntate della soap. E mi hanno comunicato il mio rientro».

Nostalgia a parte, in questi anni lei ha lavorato molto.
«È vero, sono stato fortunato. Mia madre diceva che noi attori siamo contadini che coltiviamo sull’acqua, sempre precari. Mi piace ricordare, ad esempio, "Il commissario Nardone". Ma nulla è come "Un posto al sole"».

Che, però, all’inizio è stata una scommessa alla quale pochi credevano.
«Dovevamo rilanciare il Centro di produzione Rai di Napoli. E ci siamo riusciti».

Che ricordi ha di quei tempi?
«Tanti: le prime difficoltà, il mio trasferimento a Napoli, che era la città dei miei genitori mentre io vivevo a Roma. E il momento in cui capimmo di avercela fatta, quando eravamo diventati talmente famosi da non poter uscire per andare a fare la spesa. Un ricordo, però, vince su tutti».

Ce lo racconta?
«Mi contattò la mamma di una bambina. La piccola era malata di leucemia e come altri piccoli pazienti dell’ospedale Santobono di Napoli desiderava conoscermi, perché per lei ero il dottor De Santis, un medico. Iniziò così un lungo rapporto con l’ospedale».

E la bambina?
«È guarita, fortunatamente. Altri, purtroppo, non ce l’hanno fatta. Sono due facce di quella esperienza che ha dato ancora più senso al mio lavoro nella soap».

Ora che è tornato, Luca De Santis rimarrà?
«Non so cosa abbiano in mente gli autori ma spero proprio di sì! L’unica certezza è che, dopo il ritorno, De Santis si allontanerà per un breve periodo. Ne approfitterò per andare in Grecia a girare "Il commissario Charitos", la serie tratta dai romanzi di Petros Markaris in cui interpreto il capo della polizia».

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