Stefano De Martino: «Io metto la musica, voi cominciate a ballare»

Dal 30 giugno conduce "TIM Summer Hits", sei serate su Rai2 con i protagonisti dei grandi successi dell’estate

28 Giugno 2022 alle 07:51

Primi giorni d’estate. Sono già usciti i brani che andranno avanti a “tormentarci” per mesi, gli stessi che si ascolteranno in piazza al “TIM Summer Hits” presentato su Rai2 da Stefano De Martino e Andrea Delogu a partire dal 30 giugno per sei serate. Un grande palco itinerante che toccherà tre città e ospiterà i cantanti che faranno da colonna sonora alle vacanze.

Stefano, lei cosa canticchia in questi giorni?
«Sto tenendo d’occhio le playlist e le stazioni radio, sono, come si dice, “sul pezzo”. Devo ammettere che “Tribale” di Elodie è candidato a diventare uno dei tormentoni dell’estate, come “La dolce vita” di Fedez, Tananai e Mara Sattei riempirà le radio».

L’obiettivo del programma è cercare la hit dell’estate. Facile a dirsi, ma a realizzarsi?
«Non c’è una vera e propria gara, il programma è più che altro un pretesto per fare musica, il tormentone verrà eletto solo dal pubblico che decreterà durante l’estate i brani più amati. Noi giochiamo d’anticipo e prepariamo le basi per le hit».

Per citare il titolo di un suo programma, “Stasera tutto è possibile”, cosa si augura accada sul palco?
«La “magia”, quella che si verifica nelle esibizioni dal vivo dei cantanti, una sorta di vero e proprio amore tra interpreti e pubblico, un’alchimia particolare. Ora è il momento giusto, si torna alla musica dal vivo dopo due anni di stallo, e ce n’è tanto bisogno».

Per lei la “magia” quando è scattata?
«Un concerto che mi ha dato questa sensazione è stato quello di Cesare Cremonini al Forum di Assago, alle porte di Milano, prima della pandemia, lui è un grande performer. Anche Jovanotti è un comunicatore, ogni sua esibizione è l’emblema del concetto di “magia” tra un cantante e il suo pubblico».

Il “tormentone” della sua vita?
«Per me il manifesto della canzone estiva resta “Notti magiche”, la sigla dei Mondiali del ‘90. Quella canzone, anche se uscì quando ero piccolissimo, mi porta sempre alla mente “un’estate italiana”, come si canta pure nel pezzo: i colori, le righe degli ombrelloni, i gelati...».

Quando era bambino le vacanze com’erano?
«Io sono di Torre Annunziata, un paese sul mare, ha sabbia vulcanica che è molto scura, quasi nera, da ragazzi ci riversavamo sui lidi balneari, la spiaggia sostituiva la piazzetta, era il nostro punto di ritrovo da giugno a settembre».

L’estate memorabile?
«Fu quella dei miei 14 anni, l’estate del primo motorino, uno Scarabeo 50 rosso amaranto, usato e riusato: mio padre lo aveva comprato da amici. Per me, che ero un ragazzino, è stato il primo strumento di libertà, un capovolgimento di prospettiva, potevo andare lontano, credo di non aver provato mai più un piacere così grande».

Dalla sua esperienza di ballerino qual è il sound che scatena le danze?
«Mi viene da dire una linea di basso importante: è quella che detta la melodia e aiuta i tormentoni a esistere, come poi tutta la musica pop. Sin dalle prime note si capisce il sound del pezzo e si comincia subito a ballare».

Il pezzo che ha ballato di più nella vita?
«Anni fa ho fatto una tournée con la compagnia americana “Complexions”, si partiva da New York, si andava in Australia, Nuova Zelanda, Hawaii e si tornava a Broadway. Un intero atto dello spettacolo era dedicato alla musica degli U2. Ho ballato il brano “Vertigo” allo sfinimento e ora, quando mi capita di riascoltarlo, ripasso automaticamente tutta la sequenza dei passi».

Ha detto: «Prima di un programma ascolto musica, da Carosone a Sinatra». Gusti vintage...
«Le cose di tendenza mi affascinano poco, le guardo, le ascolto, poi penso che sono frutto di una tendenza che il momento successivo si porta via. A me piace quello che dura, che persiste. Sinatra non è vecchio, è un classico, fa parte delle cose che non passano mai e che mi mettono di buon umore».

Ma quando fa il dj in discoteca che dischi mette?
«Lo faccio ogni tanto per diletto e per sfizio, lì mi ispiro a quello che faceva Guido Lembo all’“Anema e core”, il suo locale a Capri, dove si canta di tutto e tutti cantano. La mia passione è l’intrattenimento, così quando mi capita di mettere dei dischi durante una serata faccio quello che farebbe lui, pesco nel repertorio musicale degli anni Duemila, dai Sanremo di Paola e Chiara fino ai Gipsy Kings passando per i Gemelli DiVersi. Niente techno o house, ma musica d’intrattenimento».

Secondo lei la chiamano perché è famoso?
«Ormai la mia attività è la televisione. Quando mi chiamavano come ospite per un evento non mi andava di fare solo la presenza e certo in discoteca non potevo fare quello che faccio in televisione, allora ho pensato di giocare con la musica. Tra l’altro la uso come test per i gusti del pubblico, selezionare le canzoni durante una serata è un grande esercizio, vedi le reazioni immediate davanti a te».

Se dovesse racchiudere l’estate in una parola quale sceglierebbe?
«Amicizia. I miei amici sono gli stessi da tanti anni, ma il lavoro ci tiene impegnati tutti a lungo e siamo sparpagliati per il mondo: l’estate è il momento in cui si rallenta il ritmo e riusciamo a rivederci. Sì, per me la parola è amicizia, anche perché gli amori estivi sappiamo che fine fanno...».

In vacanza poi ci andrà o tirerà fino a settembre?
«Vacanza significa non programmare, organizzare richiede uno sforzo che porta via lo spirito della vacanza stessa. Mi piace improvvisare, viaggiare leggero con uno zaino, quando posso scappo al mare, ma dopo un po’ mi annoio. Le vacanze mi piace farle brevi e spesso. Per fortuna con questo lavoro ci riesco».

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