Ogni domenica portano un mare di divertimento (e un tocco di nostalgia) a "Che tempo che fa"

Quando sullo schermo appaiono Tullio Solenghi e Massimo Lopez si avverte subito un senso di calma e di allegra serenità. Vien quasi da dire: «Oh, adesso ci mettiamo belli comodi e ci gustiamo dieci minuti di buonumore, come si faceva una volta». Lo sa bene Fabio Fazio, il più grande giocoliere dei ricordi e della nostalgia in tv. Che anche per questo li ha voluti ospiti fissi di “Che tempo che fa” (l’altra ragione è che sono bravissimi). Il che ci porta alla prima domanda...
Dicono che fate una comicità d’altri tempi. È vero? Ed è un’osservazione che vi spiace o che vi rende orgogliosi?
Tullio Solenghi: «C’è del vero. Penso a come sono cambiati i ritmi televisivi. I nostri sketch più famosi duravano una decina di minuti: c’era tutto il tempo di creare un’atmosfera e la comicità nasceva dalla follia delle situazioni prima ancora che dalle parole. Oggi invece va di moda la raffica di battute, il monologo fulminante».
Massimo Lopez: «La Rete ha reso tutti schiavi del “mordi e fuggi”. Però oggi che si va per “pillole”, incredibilmente, il numero di dieci minuti diventa una novità. Perché non lo fa più nessuno! Siamo dei pionieri...».
Solenghi: «Anche per questo amiamo il teatro. Lì abbiamo tutto il tempo che vogliamo. Già ai tempi del trio con Anna Marchesini ci sentivamo una piccola compagnia teatrale. E le giornate passate a scrivere e provare con Massimo e Anna erano pura felicità. Poi bisogna dire che a “Che tempo che fa” abbiamo trovato un clima di affetto, quasi di famiglia».
Come è nato questo ritorno?
Solenghi: «Fazio ci ha detto: “Mi ispiravo a voi quando muovevo i primi passi. Siete tra i ricordi più belli”».
Lopez: «Questo ci piace. Sappiamo di fare parte della vita della gente. Ci trattano come zii, come parenti. Ci fermano per strada e dicono: “Quando mi sono laureata il mio regalo fu un biglietto per vedervi a teatro”. Oppure: “Ho preparato la Maturità con la vostra parodia dei Promessi sposi”. Scelta un po’ rischiosa tra l’altro...».
Solenghi: «E poi Fabio già aveva avuto ospite tante volte Anna Marchesini, è stato come completare un percorso».
Però lo prendete anche in giro: parlate di “il Fazio” come fosse una curiosità scientifica, con tanto di “Filippa Staticas” e “Littizzettas Arrapatas”...
Lopez: «Ce lo permettiamo proprio per l’affetto che ci lega».
Solenghi: «E poi io e lui siamo due liguri, il che crea subito complicità».
Voi siete famosi per le parodie di programmi ultrapopolari come i quiz di Mike Bongiorno o lo sceneggiato di “Promessi sposi”. Oggi chi vorreste prendere in giro?
Solenghi: «Adesso è molto più difficile, perché allora la tv era una Istituzione e aveva la sua Ortodossia: i politici dovevano parlare in un certo modo, i presentatori e i giornalisti pure... Oggi, con tutto l’affetto, vuoi fare la parodia di Malgioglio?».
Lopez: «A me verrebbe da parodiare “MasterChef”. Sono abituato a pensare alla cucina come a un posto allegro e tranquillo, ma lì sembra di essere in trincea!».
Siete famosi anche per il garbo...
Solenghi: «Noi sul palco ci sentiamo come a una cena tra amici: non li vuoi infastidire con la volgarità gratuita. E poi nel nostro pubblico spesso c’è il nonno con il bambino in braccio. Dobbiamo rispettarli».
Lopez: «Pensi che il primo programma che ci offrirono si chiamava “Viva la biga”. Rifiutammo. Ma magari un giorno, solo per stupire, faremo uno spettacolo volgarissimo».
Qual è la cosa più difficile in uno sketch?
Lopez: «Far sembrare che stiamo inventando sul momento. La comicità di situazione è tutta una questione di ritmo: reazioni al momenti giusto, tempi che devono essere perfetti. Per creare un attimo “naturale” ci vogliono ore di sudore, chiusi in una stanza a scrivere e provare. Era così con Anna ai tempi del Trio, è così oggi».
A proposito, come nascono i vostri testi? Vi fate un elenco di argomenti?
Solenghi: «No, è tutto più casuale. Viaggiando, osservando... il comico deve avere l’occhio strabico. Cioè vedere la realtà sotto un’altra angolazione. Magari siamo in treno, in viaggio da Roma a Milano per venire nello studio di “Che tempo che fa”, e diciamo: “Hai visto quello? Non è buffo?”».
Ma tra voi chi è la “spalla”?
Solenghi: «Non c’è. O meglio, ognuno fa la spalla dell’altro a seconda del momento. Ognuno crea i suoi personaggi e poi li facciamo interagire».
Lopez: «Magari in uno sketch è più vistosa la parte di Tullio e in quello dopo la mia. Ma non abbiamo mai fatto la gara a chi ha più battute».
Adesso posso togliermi una curiosità?
Lopez: «Prego».
Ma davvero Massimo sa suonare i denti? O c’è un trucco?
Solenghi: «Ahia... Questo lo fa davvero soffrire».
Lopez: (simulando dolore) «Eh sì, è proprio frustrante. Perché io ho lavorato tanto per sviluppare questo talento straordinario e poi la gente dice: “Sarà un nastro registrato...”. Ecco, ascolti... (si mette a suonare “Oh! Susanna” ticchettando sui denti con un dito. Esecuzione perfetta. E possiamo confermare: nessun trucco, ndr)».
Abitate ancora nello stesso condominio?
Solenghi: «Come no. Vado pure a fargli le iniezioni quando serve».
Lopez: «Devo dire che ha una buona mano».
Solenghi: «Eh, quando uno nasce infermiere!».
Però avete lavorato molto anche da soli. È mai capitato che vi chiedessero: «E l’altro dov’è?».
Lopez: “Semmai, che ci dicessero: «Io preferisco guardare lui». Ricordo un anno in cui Tullio faceva “Domenica in” e io “Buona Domenica”. Eravamo concorrenti! Siamo talmente fratelli che la cosa mi fa ridere. Qualche volta mi sa anche di aver fatto scena muta per regalare qualche punto di share in più a Tullio...».
Insieme, invece, quante serate avete fatto?
Lopez: «Guardi, facciamo prima a contare quante serate non abbiamo passato insieme. Adesso poi stiamo recuperando gli spettacoli teatrali rinviati per la pandemia. È una tale emozione ritrovare il pubblico... c’è una sorta di stupore, la gioia di vedere tanta gente dopo quasi due anni di sofferenza».
E non siete mai stufi di girare di città in città?
Solenghi: «Tecnicamente saremmo in età da pensione, ma siamo ancora qui a raccontarcela, a divertirci, a inseguire la nostra passione. Grazie al pubblico e grazie a Fazio. E poi guardi, è come una droga: ricordo ancora gli esordi, quando giravamo con Lina Volonghi o Tino Buazzelli e aspettavamo tutta la sera di dire una battuta di due righe...».
Lopez: «E adesso che lo spettacolo si chiama “Massimo Lopez & Tullio Solenghi Show”, adesso che c’è un teatro pieno di gente che ci aspetta... dovremmo starcene a casa davanti a un brodino caldo? E no eh... Lasciateci godere!».