Valeria Graci: «Era il mio sogno stare seduta dietro al bancone di “Striscia”»

L’inviata del tg satirico di Antonio Ricci ha sostituito Francesca Manzini e Michelle Hunziker risultate positive al Covid

23 Maggio 2022 alle 07:50

Valeria Graci fa l’inviata di “Striscia la notizia” da otto anni. Poi un giorno all’improvviso viene promossa conduttrice, prima al posto di Francesca Manzini, un paio di giorni a marzo, quindi, lunedì 9 maggio, di Michelle Hunziker, entrambe risultate positive al Covid.

Ultima professione: supplente di conduttrici.
«Sì, però basta essere chiamata all’ultimo momento!».

È andata che Antonio Ricci ti ha telefonato dicendo: «Vieni a condurre»?
«Era pomeriggio e mi ha chiamato il produttore di “Striscia”, Alberto Salaroli: “Stasera devi condurre con Gerry”. Lui è un tipo che fa molti scherzi, così gli ho risposto: “Guarda non è proprio giornata, sto facendo i compiti con mio figlio”. E lui: “Allora devo chiamare un’altra”. Lì ho capito che era serio».

Tutto è iniziato il 14 marzo 2022: una data scolpita nel calendario?
«Onestamente per me la data storica è quella del debutto con Peppa Pig. Da bambina dicevo: “Voglio lavorare a Striscia la notizia!”. Poi non ci ho più pensato, ho fatto coppia con Katia Follesa, c’è stato “Zelig”, e invece alla fine è arrivata “Striscia”».

Lì fu Ricci a chiamare?
«Fu un autore, mi trovò che stavo pulendo il bagno».

Una vita da casalinga...
«La mia è una vita normale, non certo da vip. Squillò il telefono, un numero sconosciuto, avevo i guanti di gomma e non potevo rispondere. C’era mia mamma: “Rispondo io?”. “No, non conosco il numero!”. Dopo dieci minuti riprovarono e a quel punto risposi, era un autore di “Striscia” che diceva di andare subito per un colloquio».

Sempre convocazioni urgentissime...
«Anche lì ho mollato tutto, mi sono cambiata e mi sono fatta accompagnare agli studi televisivi. Era un giovedì, mi dissero: “Lunedì dovresti fare una puntata zero, se va bene la mandiamo in onda”. E così è stato. Per quanto mi riguarda il vero debutto è stato quello».

Dopo tanti anni da inviata che effetto fa sedersi dietro al bancone?
«È il sogno. Confesso che quando l’anno scorso al Festival di Sanremo conducevo “PrimaFestival” con Giovanna Civitillo e Giovanni Vernia e facevamo 9 milioni di spettatori a sera non ero così tesa come quando mi sono seduta dietro al bancone di “Striscia”. Ma il fatto che capitasse così, da un momento all’altro, non mi ha dato il tempo di realizzare cosa stesse accadendo».

Il tuo partner è Gerry Scotti. Dice di conoscerti da quando eri una “bambina”.
«Avevo 19 anni, Gerry conduceva “Provini” in prima serata, io già bazzicavo nel mondo della tv e del teatro, facevo le superiori e la sera lavoravo come baby sitter per pagarmi la scuola di teatro. Mi chiamarono a Mediaset per fare delle telepromozioni all’interno del programma di Gerry, lui era il narratore, io facevo lo sketch di Romeo e Giulietta. Era il 2000».

Vi siete finalmente riuniti dopo 22 anni.
«Quando mi sono seduta accanto a Gerry gli ho detto: “Il primo lavoro l’ho fatto con te, speriamo che questo non sia l’ultimo”».

Per lavorare a “Striscia” così a lungo serve tanta resistenza o tanta fantasia?
«Ci vuole un po’ la faccia tosta, io prendo in giro spudoratamente i politici. Dopo che mi hanno visto a Sanremo mi riconoscono ed è diventato un po’ imbarazzante tornare in piazza con la parrucca e il naso finto».

Il politico più spiritoso?
«Con Peppa Pig c’era il gioco di Peppa che si era innamorata di Pippo Civati, Peppa e Pippo, lui si divertiva molto».

Quello più ostico?
«Rocco Buttiglione mi ha dato della “pagliaccia”, gli ho risposto che io lo faccio di mestiere. In realtà i politici hanno capito che un servizio a “Striscia” li rende più simpatici. All’inizio dovevo rincorrerli, ora sono loro che mi vengono incontro».

Qualcuno se l’è presa?
«L’attrice Michelle Bonev, di cui avevo fatto la parodia, mi diffidò e chiese un risarcimento, poi la cosa si è aggiustata. Un personaggio non deve piacere a chi imiti, ma al pubblico».

Al pubblico cosa piace?
«Ultimamente Puffetta Leotta, la “sorella” di Diletta, con le tettone finte e il sedere enorme. A settembre ero fuori dallo stadio Meazza dove giocava l’Inter, da lontano la gente mi vedeva con la telecamera e credeva che fossi davvero Diletta Leotta. Mi vergognavo, ma effettivamente funzionava».

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