“X Factor”, adesso sarà il talento a dare spettacolo

Lo show condotto da Alessandro Cattelan entra nella fase dei “live”. E i quattro giudici affilano le armi

Manuel Agnelli, Hell Raton, Emma e Mika, i 4 giudici di "X Factor 2020"
29 Ottobre 2020 alle 09:02

Formate le squadre, la gara si accende in diretta dallo studio dell’ex area Expo di Milano.


Manuel Agnelli: «Le mie band faranno scalpore»

Il leader degli Afterhours, a cui sono stati assegnati i “Gruppi”, è un veterano di “X Factor”: «In una situazione così difficile il programma è cambiato, e in meglio: c’è più spazio per gli inediti e l’assenza di pubblico ha sottolineato il feeling che c’è tra noi giudici».

Cos’ha di speciale questa nuova giuria?
«Siamo l’esempio di come persone diverse tra loro, con esperienze di vita importanti, possano convivere in armonia. Merito anche di Emma che all’inizio ha fatto da collante: uscivamo a cena tutti insieme, abbiamo visitato i Musei Vaticani, ballato…».

Però siete rivali: chi ti fa più paura?
«Se cominci la gara temendo qualcuno, ricadi nel vecchio gioco delle strategie che mi ha stancato. La gara ci sarà, ma sarà più un contest che un talent, per valorizzare il più possibile ognuno i propri concorrenti».

Sei contento di avere le band quest’anno?
«Sono entusiasta, perché hanno un carattere ben preciso e mi permettono di lavorare musicalmente ad alti livelli».

La tua ricetta per vincere?
«Ciò che conta è farsi notare per la propria unicità in modo da poter continuare a fare musica con una certa libertà».

Hell Raton: «Voglio portare tutti alla serata finale»

Al suo debutto in tv, il rapper e produttore discografico (vero nome Manuel Zappadu) ha ottenuto la categoria che sperava: le “Under donne”, le più toste.

Com’è lavorare in tv?
«Davanti alle telecamere mi sento molto a mio agio anche grazie all’aiuto degli altri giudici. Mi sono rivisto e per la prima volta sono soddisfatto».

Come mai hai accettato questa sfida?
«Perché da discografico e da coach consiglio sempre ai miei artisti di superare ogni ostacolo. Ma devo farlo io per primo come esempio, uccidendo i miei demoni».

Per lavoro sei abituato ad ascoltare e giudicare: farlo in un talent show è diverso?
«Se non c’è confidenza con la persona è difficile. Così giudico di pancia. In realtà i provini duravano tra i 15 e i 20 minuti e avevamo modo di chiacchierare con i candidati».

Cosa hai in mente per i live?
«Di sorprendere. Ce la sto mettendo tutta col mio team».

Vincerai tu perché…
«Punto alle cose impossibili, e una cosa che non è mai successa è arrivare in finale con la squadra al completo: io sto lavorando per questo!». 

Mika: «Ecco perché stavolta sono più severo»

Dopo cinque anni e tre edizioni (dal 2013 al 2015) Mika è tornato a fare il giudice con la squadra degli “Over”: «Ho l’impressione che siano passati quattro mesi anche se ora vedo le cose in modo differente. Sono tornato con un’energia diversa e senza vergogna di emozionarmi».

Come ti trovi con i nuovi compagni di viaggio?
«Abbiamo passato insieme a Roma quasi cinque settimane e questo ha cambiato tanto del nostro rapporto. A cena potevamo ridere come matti ma poi ci scaldavamo per una discussione di lavoro e qualcuno andava via. Probabilmente accadrà anche ai live. Siamo infiammabili ma inseparabili, come la famiglia di Winnie the Pooh».

Sembri più severo rispetto al passato. Come mai?
«I ragazzi oggi sono diversi, arrivano con una consapevolezza maggiore. Con questa grinta, ambizione e coscienza del mercato, noi dobbiamo rispondere con la stessa determinazione».

Che tutor sarai?
«Ho scelto tre ragazzi che potessero anche sopportarmi. Non possiamo perdere tempo con gli “Over”. Ai live sarà battaglia: le altre squadre stanno investendo tanto, ma noi non ci risparmieremo».

Vincerà uno dei tuoi perché…
«La vita sarebbe più bella se uno dei miei cantanti passasse nelle radio italiane».  

Emma: «Non deve vincere la mediocrità»

Per la sua prima volta da giudice a “X Factor“, Emma ha vinto la categoria degli “Under uomini”.

Cosa ti ha convinto ad accettare questa sfida?
«A livello artistico e umano mi sentivo pronta. Ho accettato sapendo anche chi sarebbero stati i miei colleghi. Conoscevo Manuel e Manuelito artisticamente, con Mika ci siamo incontrati spesso. Li ho conosciuti meglio e sono tre grandi persone».

Spesso ti sei commossa durante i casting. Perché?
«Sarà che sto invecchiando e mi sto ammorbidendo. Crescendo ho imparato a non temere le mie fragilità».

Che tutor sarai?
«Tirerò fuori tutto il mio istinto materno, userò il bastone e la carota. Darò loro i mezzi per realizzare il loro obiettivo: è una bella squadra».

Dai live cosa ti aspetti?
«Non sono competitiva, sgomitare comporta uno sforzo emotivo che non mi va di fare. L’ho anche detto ai miei ragazzi: se devo riconoscere il talento di un altro, lo farò perché ne va della mia faccia e coerenza. Questo li spingerà a dare il massimo. Non deve vincere la mediocrità».

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