“Zona Bianca”, Giuseppe Brindisi parla del suo lavoro e scherza sulle sue gaffe

La trasmissione andrà avanti il lunedì e il giovedì per tutta l’estate

25 Luglio 2022 alle 08:39

La sua è una vera maratona tv. Giuseppe Brindisi è in onda con "Zona Bianca" su Rete 4 dal 7 aprile 2021, giorno in cui inaugurò il programma il cui titolo, richiamando le zone rosse istituite per l’epidemia da Covid-19, voleva essere la speranza per il ritorno alla normalità. La trasmissione, che intanto si è sdoppiata nelle prime due serate del lunedì e del giovedì, andrà avanti per tutta l’estate.

Giuseppe, è un anno e mezzo che lavora senza sosta…
«Non mi sono mai fermato ma fare questo programma mi piace, è un continuo stimolo. Nel mese di agosto però mi prendo una pausa. Subentrerà Francesco Vecchi. Tornerò poi in video a settembre».

La sua famiglia rimane con lei in città o è andata già in vacanza?
«Mia moglie e mia figlia Benedetta rimangono a Roma, che è la città dove viviamo, io resto a Milano per "Zona Bianca". Nei weekend lunghi ci vediamo da qualche parte per stare tutti insieme. Spesso andiamo in Salento. Ad agosto andremo in Sardegna a Villasimius. La frequentiamo già da qualche anno ed è un posto incantevole. Il mio sogno è tornare in America e attraversarla in macchina lungo quelle belle strade, ma anche alle Maldive».

Quest’anno le sue interviste hanno fatto il boom di ascolti. Per qualcuna - come quella al ministro degli affari esteri russo Sergej Lavrov - c’è stata anche la polemica…
«Hanno detto e scritto che per quell’intervista mi sono messo a tappetino. Credo che sia stata solo invidia e cattiveria. A un certo punto ho detto: “Sarete certamente più bravi voi quando riuscirete a fare quell’intervista. Ma fatela, intanto…”. Quaranta minuti di conversazione ripresa in tutto il mondo. Credo che sia il fiore all’occhiello della mia carriera».

Come si fa a parlare di temi impegnativi in estate, con la gente che ha voglia di leggerezza?
«L’attualità e la cronaca sono salvifiche. Qualche puntata la dedicheremo anche al gossip, ai social. In questo periodo ci sta dando una mano anche la squadra di Paolo Del Debbio (del programma "Dritto e rovescio", ndr)».

Lei ha iniziato la carriera come dj e speaker radiofonico.
«Era il 1976, quando le radio erano due piatti, un mixer e un microfono e le pubblicità erano realizzate in diretta. La radio è stata la mia vera palestra. Mi ha insegnato a migliorare il ritmo, a pulire la voce dalle inflessioni. E poi lavoravo nelle discoteche di Bari, la mia provincia, dove mi divertivo un sacco».

E com’è arrivata la televisione?
«Ero collaboratore di Mediaset nel ’90 da Bari. In quel periodo le squadre di calcio pugliesi erano forti. L’anno successivo venni assunto. Dallo sport sono passato poi a "Studio Aperto" grazie a Paolo Liguori e sono rimasto nelle news. Credo di essere uno dei pochi giornalisti ad avere girato tutte le redazioni dei telegiornali».

Ci racconta un aneddoto legato alla sua esperienza professionale?
«Le gaffe… (sorride). Parlando del serial killer Igor Vaclavic, pronunciai il nome all’inglese, Aigor, come il personaggio di Frankenstein. Una volta chiamai i reali inglesi Carla e Camillo. Quando me ne accorsi eplosi in una risata. Per queste papere sono finito anche su "Striscia la notizia"».

Come fa a trattenersi quando le scappa da ridere?
«Penso alla morte».

Sua moglie, Annamaria Capozzi, è una collega. Il lavoro lo portate anche a casa?
«Ma no. Non parliamo sempre di lavoro, altrimenti nostra figlia che ha quindici anni, si annoierebbe».

Però con due giornalisti per genitori, anche sua figlia Benedetta potrebbe scegliere questo mestiere…
«No, vuole diventare ballerina professionista. Non vuole seguire le nostre orme e ne sono contento».

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